Omicidi a picconate, Appello: ferì 2 persone, 8 anni a Kabobo

Confermato in secondo grado 8 anni di reclusione per il tentato omicidio di altre due persone, ferite l'11 maggio 2013

Adam Kabobo

Adam Kabobo

Milano, 22 gennaio 2016 - Già condannato definitivamente a 20 anni di carcere e a 3 di casa di cura per aver ucciso a picconate tre persone, Adam Kabobo, oggi, si è visto confermare in secondo grado 8 anni di reclusione per il tentato omicidio di altre due persone, ferite l'11 maggio 2013. Lo hanno deciso oggi i giudici milanesi della terza Corte d'Appello. Kabobo, incapace di intendere e parzialmente capace di volere, in aula, alla lettura del dispositivo, non ha proferito parola.  La camera di consiglio della terza sezione della Corte d'appello di Milano, presieduta da Maria Rosaria Mandrioli, è durata circa un quarto d'ora. 

Durante il processo, che si è celebrato sempre con rito abbreviato, la difesa dell'imputato aveva chiesto la derubricazione del fatto a lesioni, sostenendo che la volontà di Kabobo fosse stata in realtà quella di sottrarre alle vittime qualche bene o del denaro e non quella di procurare la loro morte. Il legale ha chiesto di nuovo le attenuanti generiche, che non erano state riconosciute in primo grado dal gup Alessadra Simion. Nel procedimento si è costituita come parte civile solo una delle due parti offese, e cioè Francesco Niro, alla quale sono stati riconosciuti 1.500 euro di risarcimento a fronte di una richiesta di 30 mila euro. Kabobo, presente in aula, ha scambiato solo qualche parola con la sua interprete dopo la lettura del dispositivo. Dopo di che è stato riaccompagnato a San Vittore. Il ghanese, con un vizio parziale di mente, la mattina dell'11 maggio 2013, in zona Niguarda, uccise a picconate tre passanti, Ermanno Masini, Daniele Carella e Alessandro Carolè, e ferì Andrea Canfora e Francesco Niro. 

LEGALE: "PENA ECCESSIVA" -  "Mi sembra una pena eccessiva perché sono partiti dal massimo e hanno operato la riduzione minima per il tentativo" e considerando che "neanche per il processo principale sugli omicidi erano partiti dal massimo perché in appello era stata ridotta la pena base per i fatti più gravi, mi sembra davvero eccessivo". Sono le parole di Benedetto Ciccarone, avvocato di Adam Kabobo nel processo che lo vede accusato di due tentati omicidi per i quali oggi è stato condannato a otto anni in appello. Alla lettura della sentenza "lui non ha reagito affatto perché gli avevo già spiegato come funzionava il meccanismo di continuazione dei reati: non ci saranno effetti percepibili sul tempo della detenzione che era stato già determinato. Quando uno dei due procedimenti" - quello per i tentati omicidi di Andrea Canfora e Francesco Niro e quello per gli omicidi di Daniele Carella, Alessandro Carolè e Ermanno Masini - "sarà concluso definitivamente si chiederà la continuazione tra i reati in un unico procedimento e dunque le pene non andranno a sommarsi", ha spiegato il legale che ha anche detto che Kabobo "è sempre in cura, sta notevolmente meglio, la cura sta avendo gli effetti sperati, adesso dice anche qualche frase in italiano".  

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