Ragazza uccisa a coltellate in via Brioschi, la vita travagliata di Jessica

Genitori sepratati e una figlia in adozione subito dopo la nascita

Jessica Faoro

Jessica Faoro

Milano, 8 febbraio 2018 - Capelli lunghi e biondi, fisico minuto. Una vita travagliata nonostante la giovane età, 19 anni. Ragazza madre, con la bambina data in adozione subito dopo la nascita, e senza (ancora) un posto nel mondo. Lo stava cercando, Jessica Faoro. A cominciare dalla casa: in via Brioschi 93 era un’ospite. Resta da capire come ci fosse finita lì: forse era in subaffitto, con la promessa di aiutare nelle faccende domestiche la famiglia Garlaschi.

Non aveva un punto d’approdo sicuro da raggiungere a fine giornata. «Qui non l’abbiamo mai vista», dicono gli abitanti del palazzo in zona Porta Romana in cui vive il papà, autista della metropolitana verde. Non viveva con lui, Jessica (così come il fratello più piccolo), e nemmeno con la mamma. Genitori separati, famiglia smembrata da tempo: sembra che gli incontri avvenissero di rado, soprattutto quelli tra figlia e padre. «Eppure il papà voleva riavere con sé i suoi figli. Aveva fatto dei lavori in casa, creando un soppalco e sistemando i letti. Ogni tanto il figlio più piccolo si presentava qui, a salutare il papà e a prendere “la paghetta”. Ma Jessica non l’abbiamo mai vista». Per i vicini del padre, Jessica è solo un nome visto comparire ogni tanto sulle lettere recapitate nella casella della posta. Cercava anche qualcuno da avere accanto, Jessica. «Ci siamo conosciuti qualche giorno fa su un sito d’incontri – racconta un ragazzo – e siamo usciti insieme. Era una ragazza tranquilla. Mi ha raccontato di essere stata insieme a un altro ragazzo, fuori Milano, e di essere arrivata in città da pochi giorni. Mi ha anche spiegato che “un suo zio”, ha usato questa espressione, la stava ospitando. Quanto al lavoro, mi ha detto di essere impegnata per una ditta di consegne». Una ragazza che «non meritava questa fine. Aveva un gran cuore. E una passione per gli animali», aggiunge. La prova è sul profilo Facebook della ragazza: foto di animali scomparsi da ritrovare, appelli per il benessere dei quattrozampe. Soprattutto, “lui”, il suo pitbull. «Otto mesi di tenerezza infinita», scriveva sulla sua pagina lo scorso dicembre. Le foto scattate alle fermate del tram («La vedevamo spesso alla fermata del 15 all’altezza di via Pezzotti», raccontano dei conoscenti) ora sembrano un oscuro presagio.

L’ultimo post è su un concerto, «Prevendite per il 15 febbraio», scriveva. Poco prima: «Un giorno senza sorriso è un giorno perso». E ancora: «Ci sono persone con cui perdi tempo e altre con cui perdi il senso del tempo. È solo una questione di scelte». Ieri la sua bacheca è stata invasa di messaggi, di cuori, di foto. «Mi mancheranno le risate in classe fatte insieme», scrive Giada. «Ora sei un bellissimo Angelo», le fa eco Paola. Ma tanti post sono di rabbia, verso chi ha commesso il delitto. «Per questo mostro – scrive Salvatore – possiamo solo augurarci che marcisca in galera». «Non è giusto – il commento di Nadia –, avevi una vita davanti». Una vita spezzata. E ancora non si sa il perché.

 

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