Isolato il virus kirghiso Era nel pipistrello di Bergamo

Issyk-Kul rilevato per la prima volta in Italia in animale morto al Cras Valpredina. L’assessore Moratti: nessun allarmismo, è prova che il monitoraggio funziona

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Il virus si chiama Issyk-Kul (Iskv), come il lago del Kirghizistan vicino al quale fu isolato la prima volta nel 1970, in un pipistrello; poi è stato trovato in Paesi vicini (Tagikistan e Kazakistan), in varie specie di pipistrelli e zecche che si suppone ne siano i serbatoi, e possano trasmetterlo all’uomo attraverso feci e urina o punture, generando malattia con febbre, cefalea, mialgia e nausea. Ma a parte poche segnalazioni in russo di quaranta-cinquant’anni fa si sa ancora poco di Iskv, alcune porzioni del cui genoma sono state rilevate di recente in pipistrelli in Germania. E che è stato appena isolato per intero, per la prima volta in Italia, dall’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Emilia Romagna e Lombardia (Izsler) in un pipistrello della specie hypsugo savii, sedentaria e molto diffusa nelle aree urbane, deceduto spontaneamente al Cras (Centro recupero animali selvatici) Wwf della Valpredina, nella Bergamasca. Il che suggerisce possibili implicazioni per la salute pubblica, dunque l’Izsler ha disposto ulteriori indagini, sono stati informati Istituto superiore di sanità e Ministero della Salute e lo sarà l’authority europea Efsa.

Ma "non c’è allarmismo", chiarisce la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti, festeggiando "un risultato di assoluto rilievo scientifico che testimonia la bontà del piano regionale di monitoraggio della fauna selvatica" che in Lombardia esiste dal 2012 e del lavoro dell’Izsler, dei Cras e dell’unità veterinaria dell’assessorato per contrastare le zoonosi (malattie di origine animale trasmissibili all’uomo) che possono partire dalla fauna selvatica, proliferata negli ultimi vent’anni. Gi Bo.

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