Allerta terrorismo: Lombardia "terra fertile" per l'Isis

Negli ultimi anni infatti, proprio la Lombardia sembra essere stata terreno fertile per il germogliare di tensioni verso l'estremismo islamico. Questi alcuni dei casi più importanti

Maria Giulia "Fatima" Sergio (Newpress)

Maria Giulia "Fatima" Sergio (Newpress)

Milano, 19 maggio 2017 - Quello del giovane italo - tunisino Ismail Tommaso Hosni potrebbe essere - se le ipotesi avanzate in queste ore troveranno fondamento - l'ultimo caso di una serie ormai lunga di radicalizzazioni in terra lombarda sotto la bandiera nera dell'Isis. Negli ultimi anni infatti, proprio la Lombardia sembra essere stata terreno fertile per il germogliare di tensioni verso l'estremismo islamico. Questi alcuni dei casi più importanti accertati. La prima foreign fighter italiana, Maria Giulia 'Fatima' Sergio, origini campane, era partita nel 2014 da Inzago, nel milanese, per andare in Siria a combattere.

E li' la ragazza, condannata nel frattempo a 9 anni di carcere, si troverebbe ancora, mentre sono stati arrestati prima di raggiungerla la sorella Marianna, la madre Assunta (poi morta) e il padre Sergio. Un ordine di arresto, mai eseguito perche' i due giovani si troverebbero dalle parti di Damasco, era stato disposto anche per Alice Brignoli, 39 anni, e il marito marocchino Mohamed Koraichi, di 10 anni più giovane, decollati da Bulciago, in provincia di Lecco. Proprio da Koraichi era partito il diktat diretto al promettente pugile Abderrahim Moutharrik, residente nella cittadina lacustre, di preparare un attentato a Roma, città del Giubileo.

Daesh era la terra promessa anche del marocchino Nadir Benchorfi, arrestato il 4 dicembre dell'anno scorso nel suo appartamento milanese di San Siro. Secondo la Digos stava pianificando un attacco in un importante centro commerciale della Lombardia, già fotografato e ripreso in diversi video. Un altro ragazzo - la giovane età sembra essere il comune denominatore di questi casi - Mahmoud Jrad, 23 anni, siriano, è stato fermato l'estate dello scorso anno con l'accusa di essere pronto ad arruolarsi nelle milizie di Al - Nusra. Non è chiaro infine, e sono ancora in corso le indagini, perché Anis Amri, l'attentatore di Berlino e primo jihadista ucciso in Italia, si trovasse a Sesto San Giovanni, nel milanese. Non è ancora escluso infatti che proprio qui potesse voler incontrare dei 'fiancheggiatori'.

(fonte Agi)

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