Cervelli in fuga, a Madrid per fare il musicista: "Tasse basse e più tutele"

Ha lasciato l'Italia nel 2016. Adesso è un trentenne che vive di musica nella capitale spagnola, suonando il trombone, con l’agenda piena fra concerti e serate di musica live nei locali

Giorgio Gallina

Giorgio Gallina

Giorgio Gallina ha lasciato la Lombardia per trasferirsi a Madrid nel 2016, quasi sette anni fa. Adesso è un trentenne che vive di musica nella capitale spagnola, suonando il trombone, con l’agenda piena fra concerti e serate di musica live nei locali. "Iniziare non è stato semplice – racconta – e ho fatto tanti altri lavori, fino a creare passo dopo passo una rete di contatti".

Che cosa l’ha spinta a partire? "Ho frequentato il Conservatorio in Italia e quando ho deciso di trasferirmi a Madrid, pur suonando da anni, non ero ancora inserito nel mondo del lavoro. Ho scelto la Spagna per vari motivi: Madrid è una città che per un musicista è ricca di opportunità e i locali investono veramente sulla musica dal vivo. Su questo sono molto più avanti rispetto a Milano".

Quali sono le condizioni di lavoro, per un musicista, a Madrid? "In primo luogo i locali o gli organizzatori di eventi pagano meglio e regolarmente. Io ho aperto la partita Iva in Spagna e per i lavoratori autonomi del mondo dell’arte, della musica e dello spettacolo hanno appena varato una riforma che è un grosso aiuto per il settore. Sono state ridotte le tasse, è stato istituito un sussidio di disoccupazione e altre misure in caso di perdita del lavoro. Sono provvedimenti utili anche per disincentivare il lavoro nero, per consentire a chi ha una partita Iva di avere una pensione dignitosa. Sono conquiste che in Italia devono ancora essere raggiunte, nonostante anni di battaglie".

Quali lavori ha svolto in Spagna, fuori dall’ambito della musica? "Quando mi sono trasferito ho dovuto svolgere diversi lavori, dal cuoco al cameriere, perché nel nostro settore ci vuole un po’ di tempo per creare una rete di contatti e anche a Madrid il costo della vita è aumentato. Nel frattempo ho frequentato un master a Madrid, ho proseguito la formazione e ho continuato a suonare anche nel mio gruppo jazz in Italia, i Chicago Stompers. Circa una volta al mese torno in Italia per le prove e i concerti, tenendo aperto anche questo canale e cercando di incastrare tutti gli impegni".

In futuro pensa di tornare in Italia? "Per ora resto in Spagna, non ho intenzione di rientrare se non per cause di forza maggiore".

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