"Interazione scarsa Il Covid ha evidenziato necessità e debolezze"

L’esperta di nuovi media della Cattolica: più consapevolezza, ma la fruizione è passiva

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di Luca Balzarotti

Facebook è il social network più diffuso tra i capoluoghi italiani, presente in 103 Comuni su 108, capace di attirare complessivamente 3,5 milioni di follower, un quinto della popolazione residente nelle città. I sindaci sono presenti anche su YouTube (102 Comuni), soprattutto per la trasmissione di Consigli comunali e eventi in streaming, ma la sua gestione non è omogenea: solo 70 città hanno aggiornato il canale nell’ultimo mese. Instagram (presente in 89 Comuni), Twitter (87) e Messenger (80) sono stati attivati da tre quarti delle Amministrazioni comunali, mentre Linkedin (56) e Telegram (48) da circa metà. Questi i numeri dell’anteprima del rapporto “ICity Rank 2022“, la classifica delle città italiane più digitali, che sarà presentata il 29 novembre al Forum Pa Città. Facebook è lo strumento utilizzato con maggiore continuità, con 97 aggiornamenti nell’ultimo mese su 103 profili attivi. Inferiori gli aggiornamenti dei canali YouTube (70 su 102) e di Instagram (69 su 89), ma soprattutto dei profili Twitter (53 su 87).

"La difficoltà di Twitter non sorprende: è un ambiente comunicativo specifico frequentato da professionisti della comunicazione, vip e politici – analizza Barbara Scifo, docente di linguaggi e strumenti dei nuovi media all’Università Cattolica –. I Comuni tendono a essere presenti in tutte le piattaforme, ma il riscontro maggiore è su Facebook perché è la piazza più frequentata dai cittadini. La pandemia ha intensificato la consapevolezza dell’importanza di stare sui social per la pubblica amministrazione ma ne ha evidenziato anche le debolezze".

Durante il Covid, "c’è stato un incremento quantitativo della comunicazione ai cittadini – osserva Scifo – mentre dal punto di vista qualitativo si è intensificata la dimensione “visual“: le Amministrazioni hanno utilizzato sempre di più grafici per le notizie di servizio e le stories, accompagnate dai video, soprattutto su Instagram. La dimensione visiva si è accompagnata con la strategia comunicativa dello “storytelling“: i servizi, le politiche sociali dei Comuni, le iniziative di assistenza ai bisognosi così come la necessità di sottolineare un’identità cittadina anche per avere un ritorno turistico sono diventati sempre di più una narrazione, una storia da raccontare. Gli utenti, invece, utilizzano i canali social dei Comuni per cercare informazioni: rispetto alle promesse iniziali è venuta meno la dimensione di interazione a favore ancora di una fruizione passiva. In futuro è necessario migliorare questo aspetto, incentivare gli aggiornamenti visto che dopo l’emergenza pandemica molti social dei Comuni sono tornati meno attivi. E garantire più tempestività nelle risposte ai cittadini che chiedono informazioni".

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