Curva Nord Inter, divieto di tifo per gli ultras contro il Bologna dopo il caso Boiocchi

Milano, il provvedimento del questore dopo l'evacuazione forzata del settore di San Siro in seguito all'omicidio dello storico capo ultras: curva "chiusa", vietati striscioni, bandiere e megafoni. Denunce e daspo per 4 tifosi, aperta indagine in Procura

Milano - Niente striscioni, bandiere e megafoni in Curva Nord per la partita Inter-Bologna - mercoledì 9 novembre, ore 20.45 - e quattro Daspo. Sono i primi provvedimenti del questore Giuseppe Petronzi su quanto accaduto sabato scorso al secondo anello verde, "svuotato" dagli ultrà dopo la notizia dell'omicidio del capo della tifoseria Vittorio Boiocchi, ucciso sotto casa in via Fratelli Zanzottera da due killer.

"L'evento, oltre ad aver suscitato un importante clamore mediatico, ha avuto un'ampia diffusione sui social network, dove alcuni tifosi hanno descritto gli atti intimidatori e violenti subiti, sottolineando il clima di paura venutosi a creare, anche per la presenza di donne e bambini", si legge in una nota di via Fatebenefratelli.

L'attività svolta dai poliziotti della Digos ha consentito di denunciare all'autorità giudiziaria per il reato di violenza privata i quattro ultras "artefici dello sgombero forzato degli spalti" abitualmente occupati dai gruppi del tifo organizzato di fede nerazzurra. Tra i denunciati ci sono un cinquantaduenne residente in provincia di Varese, pregiudicato e già destinatario di Daspo, che dovrà restare lontano dal Meazza per cinque anni, e un trentunenne milanese già indagato dalla Questura di Napoli per il possesso di artifizi pirotecnici utilizzati durante l'incontro Napoli-Inter, destinatario di un divieto di 2 anni di accedere alle manifestazioni sportive. Stessa misura e identica durata per un diciottenne milanese che ha strattonato e spinto un tifoso a terra, mentre un ventiduenne incensurato è stato "bandito" da San Siro per dodici mesi.

"In considerazione di quanto verificatosi sabato scorso, inoltre, il GOS Gruppo Operativo di Sicurezza della Questura", prosegue la nota, anche su indicazione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Renato Saccone, "ha imposto il divieto di accesso ed esposizione di striscioni, bandiere, megafoni e tamburi nella Curva Nord" per il prossimo match di campionato, in programma tra quattro giorni. 

Gli ultrà hanno deciso di occupare comunque il secondo anello verde, pur senza i loro simboli distintivi. Con un comunicato postato sulla pagina Facebook "L'urlo della Nord" a metà pomeriggio, i responsabili della curva interista hanno fatto sapere che gli ultrà entreranno comunque a San Siro mercoledì sera per Inter-Bologna, rispettando i divieti imposti dalla Questura nella tarda mattinata di oggi: "La Curva Nord non potrà portare allo stadio il solito materiale - il messaggio sui social -. Vietati dalle questura: striscioni, bandieroni, tamburi e megafoni... Al di là dei divieti, per noi sarà comunque l'occasione per tornare a fare quello che meglio ci riesce e più ci compete: incitare la squadra. Anche perché siamo convinti che è proprio quello che Vittorio vorrebbe. Il tifo non si ferma quindi. Il tifo ci sarà e sarà più forte di prima. Chiediamo quindi a tutti gli interisti del secondo anello verde di vestirsi di neroazzurro (maglietta squadra o altro) e di indossare una sciarpa per colorare ugualmente il settore. Uniti, fieri, mai domi. Avanti Interisti, Avanti Curva Nord".

Intanto, la procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla curva dell'Inter. Il fascicolo, per ora senza ipotesi di reato, è nelle mani del procuratore capo Marcello Viola che dovrà valutare tutte le attività d'indagine che la Digos sta svolgendo e che stanno portando ai primi Daspo.

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