Milano, il Bootleg ricorda l’Inter di Bersellini con un’iniziativa di beneficenza

La figlia di Eugenio: "Il ricavato della lotteria per una maglietta del 1980 andrà a una signora malata che mio padre ha aiutato dagli anni Ottanta in poi"

 I calciatori dell’Inter in festa a San Siro dopo la vittoria dello scudetto nella stagione 1979-80: davanti Bini, Bordon e Oriali

I calciatori dell’Inter in festa a San Siro dopo la vittoria dello scudetto nella stagione 1979-80: davanti Bini, Bordon e Oriali

Milano, 2 novembre 2018 - Lo chiamvano “sergente di ferro’’ ma aveva un cuore grande così. Lunedì dalle 19.30 il pub Bootleg di via Salutati 2 ricorderà l’Inter Campione d’Italia nel 1979-80 guidata da Eugenio Bersellini e lo farà nel nome della solidarietà e della beneficenza, come sarebbe piaciuto all’allenatore nerazzurro morto poco più di un anno fa. Sì, perché durante la serata chi acquisterà un biglietto da 10 euro parteciperà a una lotteria che metterà in palio una seconda maglia di quell’Inter scudettata – gialla, colletto nerazzurro, stella e tricolore – con tutte le firme dei calciatori, da Alessandro “Spillo’’ Altobelli a Evaristo Beccalossi. Il ricavato della “riffa’’ andrà a Giovanna Romanato, una donna di Genova che da 62 anni vive grazie a un polmone d’acciaio. Una signora che Bersellini, il “sergente di ferro’’, ha aiutato per tantissimi anni, donandole denaro senza troppa enfasi, come fanno le persone che sanno cosa significhi “beneficenza’’.

È stata una delle due figlie dell’ex mister interista, Laura Bersellini, a proporre al gestore del Bootleg Alessandro Polenghi di abbinare il ricordo di quell’Inter vincente alla solidarietà nei confronti della sfortunata signora genovese. È Laura a raccontare al Giorno come nacque il rapporto tra il padre e Giovanna: «Quando mio papà allevava la Sampdoria negli anni dal 1984 al 1986 fu informato della situazione della signora, tifosa blucerchiata, che a causa di una poliomielite viveva grazie a un polmone di ferro. Prese a cuore il caso e negli anni seguenti l’ha sempre aiutata, portava anche noi familiari a trovare Giovanna. L’ammontare dei gettoni di presenza ai programmi della Rai, ad esempio, mio papà li ha sempre devoluti alla signora di Genova. Non solo. Qualche anno dopo ha organizzato una partita per beneficenza a Borgo Val di Taro, il suo paese natale, insieme al gruppo sportivo “I Bindun’’ di Beppe Bergomi e una parte del ricavato è andato a Giovanna. Quando i gestori del Bootleg mi hanno chiesto a chi donare i soldi della lotteria per la maglietta, non ho avuto dubbi. Il messaggio che vogliamo lanciare va oltre il tifo calcistico: i tifosi nerazzurri aiuteranno una sampdoriana bisognosa».

Calcio e solidarietà. L’evento organizzato dal pub di Polenghi si intitola «L’Inter del sergente di ferro» e vedrà la presenza di alcuni dei calciatori di quella squadra: il fantasista Evaristo Beccalossi, il portiere Ivano Bordon e il difensore Nazzareno Canuti. Ci sarà anche il centrocampista Alessandro Scanziani, che pur non avendo giocato nell’Inter del 1979-80 (indossò la maglia nerazzurra dal 1977 al 1979) è rimasto legato ai compagni e a Bersellini. L’ora dell’aperitivo organizzato dal Bootleg, a partire dalle 19.30, si trasformerà in un’intervista collettiva ai campioni di quell’Inter che nella stagione ’80-’81 arrivò fino ai quarti di finale di Coppa dei Campioni, fermata solo dal Real Madrid di Santillana (bellissimo il gol di Bini per l’1-0 nella gara di ritorno a San Siro).

La serata sarà l’occasione per fare un salto indietro nel calcio degli anni Ottanta, un football più umano che può vantare tanti nostalgici. «Quando ho lanciato l’evento e le prenotazioni per la cena, i 65 posti del pub sono andati tutti esauriti in tre ore», racconta Polenghi, appassionatissimo di calcio inglese e tifoso nerazzurro che quando gli chiedi «qual è il tuo allenatore del cuore?» risponde senza neanche pensarci «Eugenio Bersellini». Sì, proprio lui, il “sergente di ferro’’ con un cuore grande così.

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