Installazione vivente della regista Favari

Undici racconti ascoltabili solo attraverso l’attivazione di una app perché gli attori restano tutto il tempo in silenzio

Migration

Gli ultimi della società ritratti con poetica empatia dal laboratorio di scrittura di Auser e trasformati in quadri viventi e palpitanti dalla regista Simonetta Favari attraverso un’installazione artistica patrocinata dall’Amministrazione e ospitata fino a domani nella biblioteca di via Carducci. “Il magazzino degli scarti”, questo il titolo dell’opera, tratta il tema dell’umanità ferita. Al centro della stanza avvolta dalla penombra, un cumulo di stracci intorno al quale sono posizionate undici postazioni fiocamente illuminate, ciascuna occupata da uno dei protagonisti delle storie rese vive dal loro autore, ispirati da fatti di cronaca, pagine di storia e vicende famigliari. Undici racconti di straordinaria bellezza che graffiano il cuore di chi si ferma ad ascoltarli e ascoltabili solo attraverso l’attivazione di una app telefonica, perché gli attori restano tutto il tempo in un silenzio partecipato. Echi di vite dolorose vissute ai margini, fantasmi che, parlando solo attraverso gli occhi, scavano nel profondo dell’anima dell’ascoltatore e regalano emozioni dolci e amare che permangono anche a visita terminata. Valeria Giacomello

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro