Insonnia mal comune, uno su 5 inizia a fumare

La fotografia della Bicocca sulla qualità della vita prima e durante la pandemia. La sorpresa più grande? "Non si smette di sperare"

Fumo

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Milano, 29 settembre 2020 - Oltre la metà delle persone intervistate soffre d’insonnia. E una su cinque, durante la pandemia, ha pure cominciato a fumare. A scattare la fotografia “L’Italia ai tempi del Covid-19” - prima e in piena emergenza - è l’università di Milano Bicocca, nell’ambito del progetto di ricerca “ITA.LI. Italian Lives”, che sta studiando i corsi di vita in Italia.

"Ed è una fotografia in chiaroscuro molto realistica", spiega Serafino Negrelli, direttore Iassc (Institute for advanced study of social change, l’osservatorio permanente sul mutamento sociale del dipartimento di Sociologia). Non un semplice sondaggio. L’istituto fa parte di un network internazionale, il questionario è stato adottato anche in Germania, Inghilterra e Stati Uniti ed è sottoposto a un panel di 5mila famiglie, un campione statisticamente significativo che viene intervistato in tre ondate. Dal 2018 al 2022. Prima ondata pre-Covid, poi è arrivata la svolta epocale. "È un’indagine longitudinale che inquadra la percezione su salute, benessere, lavoro, istruzione, qualità della vita, famiglia - spiega Negrelli - nel frattempo è arrivato il Covid-19 e abbiamo potuto intervistare le stesse persone (950, ndr) per capire quali fossero gli effetti della pandemia sulla loro vita". Che se pare lievemente peggiorata e meno soddisfacente, riserva anche delle sorprese. "Le persone che dichiarano di sentirsi calme e serene nella maggior parte del tempo sono scese dal 75,6 per cento del campione prima della pandemia al 65,3 per cento - spiega il professore di Sociologia della Bicocca -. Se prima il 68,3 per cento degli intervistati si diceva pieno di energia in tutte o quasi tutte le circostanze della vita, ora è solo il 58,2 per cento ad affermarlo". Si è più tristi e scoraggiati (44,3%, prima del Covid lo era un italiano su quattro).

L’aspetto più critico? Il sonno. "Aumentano i casi di insonnia in oltre la metà del campione - spiega Negrelli -. Il 54,1% confessa difficoltà ad addormentarsi , prima dell’emergenza era il 35,6 per cento". Colpisce ("E andrà studiato", sottolinea Negrelli) il dato delle dipendenze: il 20,8% ha iniziato o ricominciato a fumare o fuma più di prima, anche se il 15,2% lo fa di meno. Beve meno alcolici un quinto del campione. Sotto la lente anche le condizioni di lavoro: "Per un terzo degli intervistati sono peggiorate le condizioni di lavoro, dall’intensità della giornata lavorativa alla difficoltà di conciliarla con la vita famigliare, dallo stipendio ai rischi per la salute - spiega il sociologo -. Dato che può dipendere dal diverso inquadramento contrattuale del campione. I laureati soffrono di più".

Altro dato: peggiorano le relazioni familiari e amicali, soprattutto per le donne. "Dato che può essere letto anche con un carico maggiore di impegni. Ma partendo da questi risposte continueranno nei prossimi mesi gli studi". Con uno spiraglio. "La sorpresa più grande - sottolinea il professore -. Due italiani su tre sono ottimisti, un terzo crede possa essere un punto di svolta e l’intero campione non ha smesso di sperare,non è scontato: dice che dal periodo di emergenza appena trascorso si può imparare qualcosa di positivo per il futuro. Anche noi abbiamo una speranza: per la terza ondata, quando condurremo la prossima ricerca, vorremmo essere già in fase post-Covid, con l’epidemia alle spalle".

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