Innescò l’incendio per suicidarsi Chiuse le indagini, va a processo

Il barman ucraino 30enne affronterà l’udienza con l’accusa di incendio: l’esplosione devastò palazzo

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MILANO

Piazzale Libia civico 20. La mattina del 12 settembre di due anni fa una esplosione devastò parte del palazzo. Le fiamme partirono dall’appartamento al piano terra abitato da Adam S, barman ucraino di 30 anni che rimase per mesi tra la vita e la morte. Il nove giugno ci sarà il processo. Il pm Mauro Clerici aveva notificato l’avviso di chiusura indagini e la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di incendio colposo. Il giovane barista dopo un lungo percorso di riabilitazione, sia fisica, che psicologica, ha aiutato gli investigatori, a ricostruire una parte di quanto successo quel giorno, tra i molti non ricordo, dovuti allo choc. L’eplosione distrusse quasi tutto l’appartamento, il boato fortissimo fu sentito in tutto il quartiere. Ma cosa è successo realmente quel giorno? A fare luce sullo scenario possibile c’è la relazione dei vigili del fuoco, secondo la quale è ormai certo che il gas sia stato acceso dal barman intenzionato a suicidarsi. O meglio, il giovane in un momento di depressione avrebbe manomesso il tubo del gas, poi quando la stanza era satura, avrebbe cercato di spegnere il gas, ma, intontito, avrebbe in qualche modo innescato involontariamente la scintilla. An.Gi.

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