Covid, la strana tregua: l’indice Rt sotto 1 non svuota i reparti

L'Ats di Milano: è dovuto all'aumento di casi tra gli over 65

Sempre al centro della discussione l'indice Rt

Sempre al centro della discussione l'indice Rt

Milano, 22 gennaio 2021 - Il Tar del Lazio vuole acquisire il report con "i dati relativi alla settimana 11 gennaio-17 gennaio 2021" che dovrebbe esser pubblicato oggi: per questo ha rinviato a lunedì la decisione su una sospensione cautelare del Dpcm del 14 gennaio, impugnato dalla Lombardia per i nuovi criteri coi quali vengono stabilite le misure di contenimento che la relegano in zona rossa sino a fine mese. Intanto i tecnici dell’Istituto superiore di sanità e della Direzione generale Welfare stanno avendo "un’interlocuzione - spiega la Regione in una nota - e nelle prossime ore valuteranno una serie di dati aggiuntivi" inviati da Palazzo Lombardia "per ampliare e rafforzare i dati standard", quelli chiesti a tutte le Regioni, "già trasmessi nella settimana precedente, ai fini di una rivalutazione in vista della Cabina di regìa" di oggi.

Il braccio di ferro tra la Regione e il Governo si consuma intorno alla questione regina: come determinare il momento in cui far scattare il semaforo del contenimento per non arrivare a vedere i pronto soccorso e i reparti Covid riempirsi in pochi giorni od ore, come avvenuto tra ottobre e novembre e non più solo in Lombardia. Lo scontro è sul metodo, cioè il peso che ha assunto soprattutto l’Rt, l’indice di velocità del contagio, con l’abbassamento della soglia del rosso a 1,25. L’Rt è però "un parametro strutturalmente in ritardo", ha chiarito il governatore Attilio Fontana, ricordando che l’indice di 1,4 che ha spedito in rosso la Lombardia era relativo al 30 dicembre mentre gli altri dati cui era ancorata l’ultima classificazione delle regioni si riferivano alla settimana 4-10 gennaio. La Regione chiede di valorizzare il parametro dell’incidenza (i nuovi casi settimanali), che in Lombardia quella settimana era di 133,3 contagiati ogni centomila abitanti, inferiore al Lazio (178,74) ma soprattutto ad altre regioni come Veneto (365,61), Emilia-Romagna (284,64) e Friuli (270,77) uscite dalle vacanze in arancione nonostante la Cabina di regìa raccomandasse "incisive misure di mitigazione indipendentemente" dall’Rt. Che in Lombardia al 30 dicembre, sottolineano i tecnici del Welfare, rifletteva un balzo di circa tremila contagiati (da 10.920 nella settimana di Natale a 13.721 in quella di Capodanno) che non è proseguito la settimana successiva (4-10 gennaio), chiusa con 13.469 nuovi casi.

Lo stesso andamento , con la piccola impennata di fine anno (effetto forse d’un boom di tamponi pre-cenone ma soprattutto delle aperture pre-natalizie) e la nuova discesa nei primi giorni del 2021 fino a tornare ai livelli di un mese fa, si osserva anche sul grafico dei contagi giornalieri nel monitoraggio di ieri dell’Ats Metropolitana. Che segna, consolidato al 15 gennaio, un Rt per data tampone di 0,81 sulla media degli ultimi 7 giorni e di 0,93 sulla media degli ultimi 14 tra le province di Milano e Lodi. "Al momento nell’area metropolitana di Milano l’Rt è a 0,85, sotto l’uno da qualche giorno dopo essere rimasto intorno all’uno per tutte le vacanze di Natale - ha spiegato ieri il direttore dell’Ats Walter Bergamaschi -. La riduzione del numero di casi è di oltre il 90% rispetto al picco di novembre; meno importante è stata la riduzione dei ricoveri e dei pazienti in terapia intensiva". Che in Lombardia ieri erano rispettivamente 3.644 (quasi 300 più che a Capodanno) e 411 (76 in meno).

«Questo si spiega - ha chiarito Bergamaschi - con l’innalzamento dell’età media del contagio, una curva in costante risalita". Nel grafico sul report dell’Ats la linea arancione degli over 65 in undici mesi di pandemia fa una curva convessa, che scende fino a settemb re e da ottobre non ha mai smesso di salire. Solo in quel settembre piatto sfiora la curva viola degli under 18, più bassa, ma concava, e coerente con la fotografia di un altro report, dell’Associazione italiana di epidemiologia: quello che documenta l’impennata dei contagi soprattutto tra i 14-18enni lombardi all’inizio della seconda ondata, e aveva convinto il governatore Fontana a prolungare la Dad totale per le superiori. Prima che un altro Tar, di Milano, sospendesse la sua ordinanza per un paio di giorni, insufficienti a far tornare in classe i ragazzi prima che la Lombardia entrasse in zona rossa.

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