REDAZIONE MILANO

Incontro in chat diventa incubo. Due notti di abusi e umiliazioni

Vittima una 52enne. Denuncia e divieto di avvicinamento per l’aguzzino di Cernusco .

Due notti di terrore, sevizie e violenze. È l’incubo vissuto tre mesi fa da una donna di 52 anni dipendente di un centro acquatico dell’Alto Milanese, sequestrata e ripetutamente violentata da un uomo di 4 anni più giovane conosciuto su un sito d’incontri. Tutto avviene fra il 23 e il 25 agosto, secondo quanto ricostruito dalla polizia di Stato di Busto Arsizio. La donna conosce il 48enne, risultato poi residente a Cernusco, il 22 agosto. Decidono di vedersi il giorno dopo per trascorrere insieme la giornata. Il pomeriggio fanno un giro in moto nella zona fra il Naviglio e il Ticino, alla diga di Tornavento. Tutto sembra andare per il meglio. Poi decidono di andare in piscina. È alla sera, col calare del buio, quando la piscina chiude, che lo scenario cambia. I due restano soli all’interno del centro. Lei è una dipendente, e la cosa non dà nell’occhio. "Non c’è da fidarsi a stare qui da sola, ci sono persone che potrebbero approfittarne...", le dice lui all’improvviso.

Il 48enne la trascina in una zona appartata, una sorta di spiaggia. La aggredisce, la umilia. Le sputa addosso. Poi si consuma lo stupro. Per un’intera notte la donna resta in balia dell’uomo, sotto effetto della cocaina, senza possibilità di chiedere aiuto. Viene rinchiusa all’interno dell’infermeria, dove passa la notte tramortita. Il giorno dopo l’uomo resta in piscina tutto il giorno. Poi quando chiude riprendono violenze e botte. La minaccia di prendersela anche con le colleghe e di procurare dei danni alla piscina se non starà zitta. La costringe anche ad assumere cocaina. Solo la mattina del 25 la donna trova il coraggio di denunciarlo dopo essersi confidata con un’amica. Vengono avviate le indagini. Il 15 novembre l’uomo si ripresenta in piscina. Viene così dal gip del tribunale di Busto un divieto di avvicinamento. Nei prossimi giorni è in programma l’interrogatorio in incidente probatorio. Ivan Albarelli