Milano, figlia di magistrati investe un medico: notizia "oscurata" ed è polemica

Il fatto per più di un mese non arriva ai giornali ma c'è un'inchiesta per il reato di omicidio stradale

Ambulanza e auto medica (foto Radogna)

molinella incidente bambini e anziano.

Milano, 12 novembre 2018 - Un investimento stradale finisce purtroppo tragicamente, ma lo scooter è condotto dalla figlia di due noti magistrati milanesi. E così - anche se la vittima è un medico conosciuto e stimato che attraversava a piedi sulle strisce, e la giovane motociclista viene indagata per omicidio stradale - la notizia per più di un mese non arriva ai giornali. Fino a ieri, quando a scriverla è il quotidiano Libero. E allora scoppia la polemica, non solo perché non una delle fonti giornalistiche che di solito comunica questo genere di notizie quando muore qualcuno - ambulanze, ospedali, magistrati di turno, polizia locale, forze dell’ordine, prefettura - stavolta ha violato il silenzio assoluto. Ma anche perché l’Usb, sindacato di base dei vigili urbani, sulle procedure seguite solleva interrogativi sui quali si getta a pesce l’ex capo della Polizia locale Antonio Barbato, rimosso dopo che il suo nome era uscito in un’indagine e sostituito nel ruolo dall’ex capo della Polizia giudiziaria del tribunale, Marco Ciacci.

L’incidente risale alla sera del 3 ottobre in viale Monte Nero, quando lo scooter guidato da Alice Nobili, 35 anni, figlia dei magistrati Alberto e Ilda Boccassini, urta un pedone sulle strisce pedonali. L’uomo, nelle mani le borse del supermercato, cade e batte la testa. Morirà al Policlinico dopo sei giorni di coma. Era il 61enne medico infettivologo Luca Voltolin, dirigente della sanità pubblica, da febbraio responsabile dell’assistenza extraospedaliera ai malati di Hiv per conto dell’Ats di Milano. Lascia moglie e un figlio. Intanto, nell’assoluto silenzio di stampa e tv, la Procura apre un’inchiesta per il reato di omicidio stradale e non può che indagare la conducente dello scooter, figlia dei due magistrati. Le conseguenze sono purtroppo di tragica routine per questo genere di vicende. Per la motociclista, alla quale il magistrato di turno sequestra il motorino, e per la prefettura che in casi del genere normalmente sospende la patente.

L’unica cosa diversa dal solito è che la storia non può essere raccontata dai giornali e nemmeno dal web perché nessuno la fa trapelare. Ora che la notizia è divenuta pubblica, interviene un comunicato del sindacato della Polizia locale Usb e del “Comitato verità e giustizia per Barbato”, l’ex capo dei ghisa avvicendato dal sindaco Sala col dirigente di polizia giudiziaria Ciacci. Sono loro a sostenere che quella sera in viale Monte Nero «sarebbe intervenuto sul posto prima delle pattuglie» proprio Ciacci. E che questa presenza, «siccome è risaputo che Ciacci ha collaborato per anni con Boccassini» quando dirigeva la sezione di polizia giudiziaria della Procura, sarebbe «violazione del codice di comportamento dei dipendenti pubblici». L’Usb rincara la dose: «A fine ottobre è stato richiesto l’intervento di ben sei pattuglie in emergenza, oltre pare a 2 auto della Polizia di Stato per un furto nell’appartamento di un alto dirigente del Comune. Le poche risorse della Polizia Locale non possono essere riservate al servizio del potente di turno». 

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