Incidente sul lavoro al Portello: l’ultimo selfie del 18enne prima di morire

Andrea Masi, originario di Tradate e residente a Cislago, deceduto sul colpo mentre lavorava di notte

Andrea Masi e il luogo dell'incidente sul lavoro

Andrea Masi e il luogo dell'incidente sul lavoro

Milano, 2 novembre 2018 - La felpa nera, i guanti, la sigaretta in bocca in un momento di pausa. Sullo schermo la scritta «work», al lavoro, e l’orario: 3.18. Sullo sfondo, le colonne di un parcheggio. Andrea Masi ha pubblicato questa foto sul suo profilo Instagram ieri notte, prima di morire. Non sapeva che sarebbe stata l’ultima immagine che avrebbe lasciato di sé al mondo.

Diciotto anni compiuti lo scorso 29 luglio, è morto ieri poco prima delle quattro di mattina per un infortunio sul lavoro nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale Piazza Portello. Originario di Tradate e residente a Cislago, in provincia di Varese, lavorava nel mall in zona Fiera per conto di una ditta esterna (NetWisp, con sede a Turate): avrebbe dovuto installare la fibra ottica insieme a un collega, alla vigilia di un giorno festivo, nei sotterranei della «cittadella dello shopping» tra piazzale Accursio e viale Serra. Ad Andrea è stato fatale l’essere salito su un carrello elevatore, il classico «muletto» utilizzato per caricare e scaricare merci nei grandi spazi. Un’azione banale, che però gli è costata la vita.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, il giovane si trovava sull’elevatore, seduto su un quadro elettrico da trasportare, mentre il mezzo manovrato da un collega era in movimento. Masi era di spalle rispetto al senso di marcia, l’altro a un livello più basso. Condizioni che si sono rivelate decisive per le sorti del giovane: il diciottenne, infatti, non si sarebbe accorto che la sua nuca si stava avvicinando pericolosamente a una barriera, un elemento orizzontale posizionato in alto e che riduce il livello del soffitto in corrispondenza del varco di apertura verso l’area parcheggio. Neppure il collega, dalla sua postazione, avrebbe notato l’ostacolo. L’impatto è stato inatteso e inevitabile: il diciottenne ha sbattuto la testa ed è precipitato a terra, tramortito. L’allarme è scattato immediatamente. A soccorrere il giovane operaio, insieme al collega, è arrivata subito la sicurezza del centro commerciale, che è presente 24 ore su 24, e poi l’ambulanza. Ma i soccorritori non hanno potuto far altro che constatare la morte di Andrea.

Una vita spezzata così, in un istante, in una notte di lavoro nella pancia di un grande magazzino, mentre il resto del mondo dorme. Sono stati sequestrati sia la piattaforma che il quadro elettrico, tutta l’area nella quale è avvenuto l’incidente mortale è stata recintata con nastri di plastica. Ora sono in corso gli accertamenti della polizia. La ditta per cui il ragazzo lavorava, contattata dal Giorno, a ieri sera non ha rilasciato dichiarazioni. Erano tanti i curiosi che ieri si sono avvicinati al luogo dell’incidente. «Il pavimento era tutto sporco di sangue. Povero ragazzo», commenta un addetto alle pulizie. Quell’ultima foto che ritrae Andrea con gli occhi fissi all’obiettivo è diventata il suo biglietto d’addio al mondo.

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