Appiccò il fuoco alla finestra della vicina. Condomini terrorizzati: "Potrebbe rifarlo"

I vicini di casa della giornalista in pensione contro il gip che l'ha mandata ai domiciliari proprio lì dove aveva provocato le fiamme

La pagina del Giorno che raccontava il raid incendiario

La pagina del Giorno che raccontava il raid incendiario

Milano - Sono preoccupati - se non terrorizzati - i condomini di una palazzina di via Friuli. Il gip, nel disporre gli arresti domiciliari di una loro coinquilina, l’ha rimandata proprio nell’edificio che la donna, una giornalista in pensione, avrebbe potuto mandare a fuoco poiché lo scorso 26 agosto, a causa di banali liti condominiali, ha incendiato l’auto e la finestra dell’appartamento di una anziana vicina di casa. Così 46 abitanti del palazzo hanno firmato una lettera indirizzata alla polizia giudiziaria e alla magistratura, per manifestare il loro "timore che l’esecuzione della misura presso il domicilio", come ha deciso il giudice, "possa agevolare la reiterazione del reato".

Nella missiva i condomini vogliono "portare all’attenzione (...) la loro forte preoccupazione" che per alcuni si traduce anche in "una vera e propria sensazione di terrore" per la situazione: temono infatti che la loro coinquilina, agli arresti domiciliari dopo un ricovero in ospedale per un trattamento sanitario obbligatorio, possa commettere gesti analoghi a quello del mese scorso, "se non più gravi" e anche nei confronti di altri "che semplicemente hanno manifestato parere difforme", come è accaduto per l’anziana vittima dell’incendio doloso, "nelle votazioni espresse in assemblea" di condominio. I firmatari della lettera, insomma, a tutela della loro "serenità" e "incolumità" chiedono di disporre i domiciliari per la donna in "un luogo diverso" dal palazzo di via Friuli. E questo "anche nell’interesse dell’indagata, la cui libertà di movimento all’interno delle parti comuni del condominio" desta allarme, come è accaduto lo scorso 7 settembre quando la 66enne si è recata in portineria.

Secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, l’incendio della vettura parcheggiata nel cortile del palazzo, che si è esteso anche alla finestra della malcapitata, è stato appiccato dalla giornalista in pensione usando liquido infiammabile. Infatti nel suo box sono stati ritrovati una tanica di cherosene, "diavolina", garze e medicinali per curare le ustioni che lei stessa si era provocata nel mettere a segno quella protesta assurda e criminale.  

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