Rogo della torre, blitz della Procura: perquisito il fornitore dei pannelli

Milano, vigili del fuoco e inquirenti nei capannoni della Zambonini di Piacenza. Sequestrati tutti i documenti

Vigili del fuoco in via Antonini: la struttura che si è "sciolta"

Vigili del fuoco in via Antonini: la struttura che si è "sciolta"

Milano, 4 settembre 2021 - Il cerchio comincia a stringersi. Perquisizioni e sequestro, ieri mattina, di tutti i documenti relativi ai pannelli del rivestimento esterno della Torre dei Moro di via Antonini, il grattacielo di 18 piani che domenica scorsa si è incendiato trasformandosi in una torcia incandescente. Le operazioni per raccogliere le carte negli uffici della Aza Aghito Zambonini di Fiorenzuola (Piacenza) - affidate a una squadra composta da vigili del fuoco, polizia giudiziaria in quota alla Procura - sono state disposte dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Marina Petruzzella nell’ambito dell’indagine per disastro colposo ancora a carico di ignoti. Ieri mattina, dunque, la squadra di investigatori si è presentata negi uffici dell’azienda "specializzata - si legge sul sito web della società - nella progettazione, produzione, installazione e personalizzazione delle facciate per edifici residenziali, commerciali, o a uso industriale". È stata dunque acquisita documentazione commerciale e sulle gare d’appalto, schede dei materiali e tutto quanto servirà per far luce sulle caratteristiche dei pannelli esterni.

Tra i nodi da sciogliere, c’è anche quello sull’esatto ruolo della Zambonini nella realizzazione della copertura esterna del grattacielo di via Antonini a forma di vela. Si tratta di chiarire, cioè, se l’azienda emiliana abbia anche prodotto i pannelli forniti oppure li abbia solo commercializzati. In quest’ultimo caso gli investigatori dovranno risalire anche alla ditta produttrice. Intanto, mentre le indagini sul disastro proseguono con l’audizione dei numerosi testimoni e inquilini, è stato finalmente rintracciato dagli inquirenti il proprietario dell’appartamento del 15esimo piano, quello da cui si è sviluppato l’incendio. Anche lui, che da settimane si trova in vacanza in Sicilia, dovrà senz’altro essere sentito. Stando alla testimonianza del custode dello stabile, che in quell’appartamento ha detto di essere entrato il lunedì precedente il disastro per dare acqua alle piante, il sistema elettrico dell’alloggio sarebbe stato staccato.

Nel frattempo, i vigili del fuoco che continuano i loro sopralluoghi e accertamenti sul posto hanno già assemblato gli svariati video sull’incendio (provenienti dalle più diverse fonti) montandoli in un unico filmato in cui viene ricostruito momento per momento quelllo che è accaduto. E stanno anche stendendo una relazione da consegnare in Procura. In soli tre giorni, poi, hanno effettuato ben 110 accessi nel palazzo di va Antonini per poter consentire agli inquilini di recuperare nelle loro abitazioni devastate gli effetti personali. Sul fronte giudiziario, è prevedibile che una volta esaminata la documentazione sequestrata ieri e letta la relazione tecnica che i vigili depositeranno in Procura, i pm potranno trarre le prime conclusioni iscrivendo alcuni nomi nel registro degli indagati. E si tratterà, presumibilmente, di una cerchia di persone piuttosto larga tra coloro che hanno avuto a che fare nel tempo con le vicende relative alla realizzazione e ai controlli sulla Torre dei Moro. Non fosse altro che per dar modo a ciascuno di loro di nominare un proprio esperto da coinvolgere nella consulenza tecnica che prima o poi la Procura affiderà, nella speranza di poter risolvere il maggior numero di quesiti finora aperti sulla drammatica e velocissima fine del grattacielo.

Primo aspetto, inevitabilmente, quello relativo all’innesco dell’incendio e alle cause che l’hanno prodotto all’interno dei locali al 15esimo piano, ritenuto ormai il “punto zero“ dell’accensione. E qui, in teoria, ogni ipotesi potrebbe avere un senso diverso dalla casualità, sempre sia vero che la corrente eletttrica nell’appartamento era staccata ad impedire, per esempio, il classico cortocircuito. Poi c’è naturalmente la questione più clamorosa, quella dei pannelli di rivestimento esterno alla struttura che hanno, di fatto, alimentato le fiamme. E infine (ma si fa per dire), l’altro mistero poco glorioso che riguarda il mancato funzionamento del sistema antincendio del palazzo, che ha fatto sì che in poco più di tre minuti la progressione dall’effetto fumo a quello torcia incandescente divenisse inarrestabile.  

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