Milano, 19enne aggredita: in un video il branco di Capodanno

Molestata in piazza Duomo, l’inchiesta della Mobile. Si indaga per violenza sessuale di gruppo

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di Nicola Palma

Si stringe il cerchio attorno al branco che la notte di Capodanno ha aggredito una diciannovenne in piazza Duomo. Gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì, stanno passando al setaccio da giorni i filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona e un video della durata di circa 50 secondi girato con un cellulare, postato anche sulla pagina Facebook Milanobelladadio: lo smartphone ha ripreso le confuse fasi del raid, avvenuto qualche minuto dopo l’una del primo gennaio, con alcune decine di giovani (una trentina di stranieri, secondo i primi accertamenti) che accerchiano la ragazza, la spintonano con veemenza travolgendola, la palpeggiano e tentano di sfilarle giubbotto e maglione. Dalle voci che si distinguono a fatica nella ressa, alcuni ai margini della folla chiedono agli altri di smetterla ("No, no, no, no, basta, oh è una ragazza..."), ma gli altri proseguono imperterriti negli abusi.

Stando a quanto emerso sin dalle prime ore, la diciannovenne, pensando inizialmente a un tentativo di rapina, avrebbe quasi offerto ai suoi aggressori la borsetta che aveva con sé, ma ciò non è bastato a placare la loro furia; è stato necessario l’intervento (provvidenziale quanto tempestivo) di uno dei nuclei di pronto impiego delle forze dell’ordine, dislocati lì da Prefettura e Questura in chiave anti-assembramenti, per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente e per mettere definitivamente in salvo la ragazza, poi soccorsa dai sanitari di Areu e trasportata alla clinica Mangiagalli per essere assistita dagli specialisti del centro antiviolenza.

Da quanto si è saputo, nel fascicolo aperto in Procura, di cui si sta occupando il pool "fasce deboli" coordinato dall’aggiunto Maria Letizia Mannella, viene ipotizzata la violenza sessuale "di gruppo", che consiste, da codice, "nella partecipazione, da parte di più persone riunite, ad atti di violenza sessuale". In teoria, stando alla giurisprudenza, a tutti coloro che hanno circondato la diciannovenne potrebbe essere contestato il reato: è sufficiente che chi ha preso parte fosse consapevole che i giovani più vicini a lei stavano compiendo abusi sessuali o che in qualche modo abbia incitato gli altri a commetterli. Nell’indagine della Mobile sarebbero già stati acquisiti il racconto a verbale e la denuncia della ragazza.