"In questi due lunghi anni Ho imparato a perdere"

Alessandra Grittini racconta la realtà dei medici durante l’emergenza sanitaria. Il primario del Fornaroli di Magenta: "Ce l’abbiamo fatta grazie alla squadra"

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di Graziano Masperi

"Alcuni giorni erano talmente bui da essere ragionevole pensare che non saremmo riusciti a offrire un letto e una speranza a tutti coloro che arrivavano in Pronto soccorso e non respiravano". "Ci siamo figurati scene apocalittiche, come nel peggiore dei film, e le abbiamo vissute tutte quelle notti in cui i caschi si afflosciavano e i reservoir non si gonfiavano. In quei momenti abbiamo letto, ciascuno negli occhi dell’altro, per brevi terribili secondi, il terrore di non farcela, ma non ce lo siamo mai detto per evitare che quella paura si avverasse". "Abbiamo sfiorato il surreale, temendo che diventasse reale". Lo scrive Alessandra Grittini, uno dei medici del reparto di Medicina del Fornaroli, in prima linea nei giorni in cui il Covid esprimeva la sua potenza devastante. Nella prima ondata del marzo 2020 "quando - scrive - se ne è andata una generazione, quella della Lambretta, dei primi frigoriferi, delle televisioni in bianco e nero", nella seconda "decisamente peggiore della prima" dell’autunno 2020 e in quelle successive,meno devastanti grazie ai vaccini.

"Sono stati due anni di dolore e di unità. Se ce l’abbiamo fatta è stato per merito della squadra, che non si è lasciata sopraffare" è il commento di Nicola Mumoli, il primario. Grittini aveva iniziato a fare delle foto. Prima gli ambienti vuoti del Fornaroli, poi i volti mascherati degli operatori, riconoscibili solo dal nome scritto col pennarello sui camici, i momenti di confronto col primario, i particolari delle mani dei pazienti, quelle stesse mani che la Grittini e tutti i medici hanno a lungo accarezzato, tenuto strette, e i sorrisi di chi è guarito. A quelle foto la Grittini ha iniziato poi ad aggiungere delle frasi, delle citazioni, le sue impressioni ed emozioni.

Una sorta di diario, con i numeri dei letti occupati, il riferimento alla cronaca. Ne è nato così un libro che, dato alle stampe da La Memoria del mondo, è diventato un progetto di sostegno alle attività del gruppo San Vincenzo. Ci sono pagine colme di dolore e di umanità, soprattutto leggendo il capitolo scritto dalla rianimatrice Simona Cigolini. "In questi mesi - scrive - ho imparato a perdere, ho imparato ad alzare le braccia, a scegliere a chi dare la priorità delle cure e, credetemi, è un dolore estremo. Ho imparato la solitudine". “La barricata“, il libro della Grittini, è dedicato ad uno dei tanti dottori di medicina generale morti mentre curavano il Covid in prima linea, Flavio Bison, di Arconate. "Non l’ho mai visto. L’ho solo conosciuto al telefono quando chiamava per sapere delle condizioni di una sua paziente ricoverata da noi. Un giorno poi mi ha detto di essersi ammalato...". E’ morto in Rianimazione a Legnano il 12 dicembre 2020.

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