In pronto soccorso la busta paga sale di 100 euro

Cento euro al mese in più nella busta paga per infermieri, Oss, tecnici e in generale per il personale del "comparto" che lavora nei pronto soccorso degli ospedali lombardi. Sono incentivi finanziati dalla Regione grazie a stanziamenti al bilancio approvati all’unanimità al Pirellone, per riconoscere un lavoro particolarmente duro e arginare la fuga dai reparti d’emergenza urgenza. Come i cento euro che i medici dipendenti degli ospedali pubblici ricevono dal 1° gennaio per ogni ora extra di servizio prestata in pronto soccorso; un incentivo che, aveva chiarito l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, ha anche lo scopo di attaccare il paradosso per il quale a un medico di pronto soccorso “conviene“ economicamente licenziarsi e rientrare da gettonista, perché guadagna molto di più. Erano rimasti in sospeso gli incentivi al resto del personale dell’emergenza, in attesa di un accordo che il direttore generale del Welfare Giovanni Pavesi ha poi definito coi sindacati sul "perimetro" dell’indennità aggiuntiva, che decorre anch’essa da gennaio 2022. E alla fine riguarderà tutto il personale del comparto dei pronto soccorso, inclusi quelli pediatrici, ostetrico-ginecologici, e che lavora sui mezzi di soccorso dell’Areu.

Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del "comparto", arrivato alla fine dell’anno scorso, prevedeva per la prima volta, spiega Bertolaso, "un’indennità aggiuntiva fissa per i lavoratori dei Ps pari a 40 euro. Noi abbiamo voluto incrementare questa cifra e portarla fino a 100 euro, per premiare chi tutti i giorni lavora in trincea". "Finalmente abbiamo potuto riconoscere anche economicamente il grande lavoro di chi svolge uno dei ruoli più faticosi nell’ambito ospedaliero", commenta il presidente della Regione Attilio Fontana.

E ringrazia, insieme all’assessore Bertolaso, i sindacati: "Se continueremo a lavorare in sinergia, facendo squadra, saremo in grado di risolvere gradualmente le criticità di un sistema messo a dura prova da carenza di personale, figlia di programmazioni nazionali sbagliate sui fabbisogni sanitari del futuro". Gi. Bo.

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