In Lombardia quasi 120mila vaccinati: si prepara la fase 2

In regione accelerano le somministrazioni, a fine febbraio si esce da ospedali e Rsa. "Ma servirà il doppio dei vaccinatori"

Vaccino anti-Covid

Vaccino anti-Covid

Milano, 14 gennio 2021 - Martedì i 65 hub lombardi hanno iniettato 17.547 dosi di Pfizer in un giorno, superando quota centomila dall’inizio della campagna; precisamente 104.449 somministrazioni, contandone anche 644 dei giorni precedenti rendicontate l’altro ieri, che ieri sera, sul contatore ministeriale, erano salite a 118.794. Il governatore Attilio Fontana su Facebook, e dopo giorni a respingere accuse d’esser rimasti indietro, rivendica che "con ordine e senza assembramenti, in linea col piano regionale, da giorni siamo la prima regione sia per dato assoluto che per somministrazioni giornaliere". "Senza nuovi arrivi di dosi dal Governo, domenica la macchina sarà costretta a fermarsi", allunga Emanuele Monti, presidente leghista della commissione Sanità del Pirellone che ieri ha ascoltato in audizione il responsabile della campagna antiCovid in Lombardia Giacomo Lucchini.

"La disponibilità di dosi è al momento il driver fondamentale per la pianificazione e l’esecuzione del piano vaccinale", ha chiarito Lucchini, spiegando che "attualmente per la Lombardia è di circa 90 mila dosi a settimana" attribuite sulla base delle poco più di 336mila mila persone censite come appartenenti alle prime categorie indicate dal Governo (personale anche non sanitario degli ospedali anche privati convenzionati con la sanità pubblica, operatori della continuità assistenziale e anche volontari dell’emergenza, medici e pediatri di base, operatori e ospiti delle Rsa). Disponibilità, fin qui, solo di vaccino Pfizer, anche se martedì "è iniziata la consegna" in Italia "del vaccino di Moderna ed è prevista a fine gennaio la discussione" sull’approvazione di quello di AstraZeneca. A quanto Il Giorno apprende, le prossime consegne annunciate per la Lombardia prevedono 11 mila dosi di Moderna entro due settimane e da lunedì 18 altre 80 mila dosi di Pfizer, del quale i 65 hub, secondo il contatore ministeriale, dispongono al momento di 253.645 razioni; e del quale quindi avevano somministrato, ieri sera, il 50,6%.

L’accelerazione in corso, chiesta subito dal nuovo assessore Letizia Moratti e resa possibile, spiega Lucchini, anche dal fatto che "i gestori delle Rsa hanno coinvolto il loro personale" nelle vaccinazioni, permetterà di raggiungere intorno a domenica i "parametri condivisi a livello nazionale" e dunque "rimanere quasi costantemente nella forchetta fra il 70% e l’80% delle dosi somministrate rispetto a quelle consegnate". L’indicazione di conservare il 30% del ricevuto (che il commissario Domenico Arcuri ha dovuto ribadire con una circolare, dopo che alcune regioni troppo virtuose avevano fatto fuori l’intera scorta) "serve cautelativamente - ha ripetuto Lucchini ai consiglieri - ad avere le dosi per iniziare i richiami" anche in caso di "variabilità delle consegne rispetto alla pianificazione originaria". La seconda dose di Pfizer va iniettata tassativamente dopo 19-23 giorni, e all’inizio della prossima settimana inizieranno a riceverla i vaccinati del V-Day, mentre il primo giro completo di vaccinazioni in Lombardia sarà completato entro metà febbraio, ha assicurato il responsabile della campagna, aggiungendo che "è emersa la necessità" di includere già in questa fase "anche disabili, centri diurni, personale dell’assistenza domiciliare, farmacisti, dentisti, operatori dei laboratori e informatori medici scientifici". La fase due "in corso di pianificazione" dovrebbe partire a cavallo tra febbraio e marzo e lì occorrerà raddoppiare il ritmo delle vaccinazioni, per coprire in Lombardia 700 mila ultraottantenni, due milioni di 60-79enni, il personale delle forze dell’ordine e i malati cronici o “fragili”. "Molto dipenderà dal tipo di vaccini disponibili e dalla quantità", ha chiarito, ma occorrerà anche raddoppiare i vaccinatori (da reclutare con la "call ministeriale" ma anche con un bando regionale) e moltiplicare i centri di somministrazione, utilizzando oltre ai 65 hub strutture temporanee, fiere e palasport: "L’obiettivo è averne uno ogni quarantamila abitanti". Dove vaccinare in seguito anche la popolazione non particolarmente a rischio, "verosimilmente a cavallo o dopo l’estate".

 

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