"In Egitto rischio di limitazione sia della libertà che dei diritti"

La sezione immigrazione ha bloccato il rimpatrio di due immigrati per protezione umanitaria

Migration

MILANO

"In Egitto esiste un rischio concreto e diffuso di una ingiustificata e gravissima limitazione della liberta’ e dei diritti fondamentali".

Si è espresso così il Tribunale civile di Milano, in occasione di una doppia sentenza della sezione immigrazione.

Il Tribunale ha sì respinto lo status di rifugiato richiesto da due immigrati egiziani, ma nel contempo ha accordato agli stessi la protezione umanitaria vietandone il rientro in patria.

I giudici hanno anche citato l’uccisione del ricercatore Giulio Regeni, avvenuta nel 2016, oltre all’arresto dell’attivista egiziano Patrick Zaki, da sei in mesi incarcerato ed in attesa di processo.

Il Tribunale, dunque, ha di fatto “bollato“ l’Egitto come paese pericoloso: un paese in cui la libertà e i diritti sono ad alto rischio. E ha bloccato il rimpatrio dei due immigrati.

La decisione è stata commentata così da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Internazional: "Un grande plauso al Tribunale civile di Milano perche’ dice chiaramente che in Egitto i diritti umani vengono negati e che è un paese pericoloso, come tragicamente abbiamo scoperto".

Noury ha poi proseguito: "Quel segnale di insoddisfazione forte che da anni chiediamo alla politica, infine è giunto da parte della giustizia. Aspettiamo che con coerenza adesso le istituzioni del nostro Paese diano seguito a quanto affermato dai giudici di Milano". In merito al caso Zaki, qualche settimana fa, si era espresso anche il Sindaco di Bologna, città dove lo studente è iscritto a un master, Virginio Merola: "Non ci stancheremo di continuare a chiedere libertà per Patrick, crediamo fermamente nella libertà di ricerca e di espressione e nella difesa dei

diritti umani".

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