In cella due minori. "Alto rischio di devianza"

Violenze in piazza Duomo, sono due egiziani di seconda generazione: uno viveva in zona Centrale, l’altro nel quartiere Comasina

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MILANO

di Anna Giorgi

Dopo le perquisizioni effettuate nei giorni scorsi tra Milano e Torino e l’identificazione di altri giovani fra quei trenta che hanno preso parte allo stupro di Capodanno nei confronti di almeno nove vittime, ieri la squadra mobile ha arrestato altri due ragazzi, stavolta minorenni di 16 e 17 anni, egiziani. Sono ritenuti autori, insieme agli altri due già finiti in carcere, delle violenze sessuali nei confronti delle ragazze, due tedesche, vittime casuali incontrate in piazza Duomo. "I due, rispettivamente di 16 e 17 anni - scrive il gip del Tribunale per i Minorenni Paola Ghezzi - non hanno desistito nemmeno di fronte all’evidente sofferenza patita dalle due giovani ragazze tedesche. Il gip parla anche di “gravissime e radicate lacune educative, sfociate in un atteggiamento di assoluta spregiudicatezza e indifferenza alle regole più elementari della civile convivenza“ e ancora di "mancato rispetto della dignità e della libertà personale di giovani donne in una serata di festeggiamenti nel centro della metropoli milanese".

Le due studentesse tedesche, si legge ancora nelle carte dell’ordinanza che ha disposto l’arresto "si sono abbracciate per cercare di difendersi dagli aggressori". Le violenze sono andate avanti anche mentre una delle ragazze era "caduta al suolo" per le "forti spinte, con il "branco" che non si fermava e alzava i loro vestiti e tentava di spogliarle completamente. Per entrambi gli arrestati sussiste, secondo il giudice, il pericolo "di recidiva" e l’unica misura idonea è quindi la "custodia cautelare" in un istituto di pena minorile. I due, tra l’altro, uno ha il permesso di soggiorno, l’altro è un minore straniero non accompagnato, per il gip sono "inseriti in contesti ad altissimo rischio di devianza" e sembrano "non poter fare riferimento ad alcun ambiente familiare o educativo in grado di contenerli e di fornire positivi modelli educativi". Per loro sono indispensabili, anzi, "esigenze rieducative particolarmente serie e stringenti, attesa la condizione di devianza in cui versano" con "incapacità di autodisciplina". È anche "necessario", per il giudice, "fornire ai giovani" arrestati "il senso di una risposta adeguata alle gravi violazioni commesse" per fare in modo che intraprendano poi un "percorso di crescita morale".

Una delle vittime, ventenne, sentita il 19 gennaio dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, titolari dell’indagine, ha riconosciuto i due ragazzi nei frame che le sono stati mostrati, oltre a mettere a verbale quei "20 minuti" di orribili violenze. Così gli atti sono passati alla Procura dei minori, guidata da Ciro Cascone, e si è arrivati alle misure cautelari.

Il 16enne, sbarcato a Lampedusa la scorsa estate, è stato trovato in una casa nel quartiere Comasina, dove viveva con altri connazionali, mentre il 17enne in un appartamento in zona Stazione Centrale, dove abita, senza lavorare né studiare, con padre e zio. Intanto, il verbale della studentessa tedesca è la fotografia di quello che hanno subito lei e l’amica, ma pure le altre vittime: dalle prime molestie, verso le 23.20 in piazza Duomo, fino al momento in cui sono state spinte "verso altri ragazzi", contro un "muro di uomini".

Al 16enne viene contestata anche una rapina compiuta verso le 2 di notte in via Torino nei confronti di tre ragazzi, uno dei quali colpito "violentemente con calci e pugni", mentre una giovane veniva minacciata con un coltello. Il giudice non ha riconosciuto, invece, a carico del 16enne le accuse di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni per il caso di una 19enne violentata (il primo attestato da un filmato finito on line) con un’amica. E ciò perché, scrive il gip, "il solo riconoscimento fotografico (peraltro parziale) effettuato dalle amiche della vittima non è sufficiente". La Procura ha già fatto ricorso al Riesame per episodi analoghi di imputazioni cadute.

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