Imprese e territorio, migliora senso di sicurezza: ma è allarme baby gang e contraffazione

Indagine di Confcommercio Milano, Lodi e Monza-Brianza: metà degli intervistati non ha subito reati. Furti e vandalismi restano una piaga

Vandali e baby gang preoccupano anche gli imprenditori

Vandali e baby gang preoccupano anche gli imprenditori

Milano - Migliora la percezione della sicurezza ma preoccupa l'escalation di fenomeni come vandalismi, baby gang e furti e, per quanto riguarda in particolare le imprese, contraffazione e abusivismo. E' il dato che emerge dall'indagine "Allarghiamo i confini della legalità" di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, presentata in occasione della Giornata Confcommercio "Legalità, ci piace!" e che analizza oltre alla sicurezza sul territorio, anche quella del commercio online.

"I dati che emergono da quest'indagine - afferma Mario Peserico, vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza (con competenza sui temi della legalità: sicurezza, contraffazione, abusivismo) - rilevano una situazione soddisfacente del livello di sicurezza con la metà delle imprese che non ha subito reati. Non mancano comunque segnali di criticità se raffrontati al sentiment pre-pandemia: riguardano in particolare gli atti vandalici, i furti e fenomeni in aumento come le baby gang. E per oltre l'80% degli imprenditori abusivismo e contraffazione sono in crescita. Quest'anno abbiamo esteso l'analisi anche all'online e all'e-commerce: richiesta la competenza delle Forze dell'ordine per accrescere la sicurezza".

L'indagine analizza alcuni indicatori legati alla percezione di sicurezza: negozi sfitti (34%), atti vandalici (30%), furti negli esercizi commerciali (26%), venditori abusivi (23%), scippi e borseggi (20%), spaccio di droga (19%), baby gang (11%). E su alcuni di questi indicatori il raffronto con il 2019 (dato pre pandemia) è negativo: gli atti vandalici, fenomeni segnalati quest'anno dal 30% delle imprese, erano prima del Covid al 13,8%; triplicato il fenomeno delle baby gang: 11% contro il 3,1% del 2019. Ma un dato importante è che il 31% non ha segnalato situazioni critiche di sicurezza sul territorio.

Nell'indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza si chiede anche di quali fenomeni criminali gli imprenditori (o i loro collaboratori) sono stati direttamente vittime. Il 47% non ha subito nessuno dei reati presi in esame nell'indagine. Le maggiori segnalazioni riguardano i furti in esercizi commerciali (27%) e gli atti vandalici (20%). Poi truffe (11%), abusivismo (6%), rapine (6%). Rispetto al 2019 sono in crescita i furti (20,9% tre anni fa), gli atti vandalici (erano il 12%), le truffe (8,2% nel 2019), l'abusivismo (2%).

Soltanto l'1% degli intervistati, tra l'altro, ha segnalato la decisione di trasferire o cedere l'attività per i fenomeni malavitosi e il 5% ci sta pensando. Per il 79% non vi è intenzione, né di trasferire, né di chiudere. Eventualità presa in considerazione dal 15%, ma per altri motivi. Abusivismo e contraffazione sono fenomeni che gli imprenditori indicano in aumento (81% abbastanza e molto d'accordo) e il 39% afferma di essere entrato in contatto con prodotti contraffatti (dagli agenti e rappresentanti di commercio le maggiori segnalazioni in questo senso: 56%).

Fenomeni, questi ultimi, che pesano per la concorrenza sleale (63%) e contribuiscono a ridurre il fatturato (22%). La percezione di forme di esercizio abusivo della professione - segnalata dal 49% delle imprese che hanno risposto all'indagine - coinvolge soprattutto gli agenti e rappresentanti di commercio (59%) e i servizi (53%). 

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