Covid, imprenditori in coda per ricevere Sputnik

Quaranta fra industriali e manager del nord hanno fatto richiesta per il "permesso speciale sanitario".

Una veduta di Mosca, capitale della Russia

Una veduta di Mosca, capitale della Russia

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Milano, 25 febbraio 2021 - Un sogno chiamato Sputnik V. Lo coltivano una quarantina di imprenditori (più di 10 quelli del Nord Italia) che si sono rivolti alla Camera di Commercio Italo-Russa perché perori la loro "causa" vaccinale al ministero della Salute russo, l’unico che può autorizzare l’ingresso oltrecortina. Dal 18 marzo del 2020, infatti, "è temporaneamente limitato l’ingresso nella Federazione Russa per i cittadini stranieri" informa il sito dell’Ambasciata. Con poche eccezioni: "Uno straniero può entrare se possiede il permesso di soggiorno, con un visto di lavoro altamente specializzato o un visto speciale. Chi volesse farsi inoculare il vaccino dovrebbe farne richiesta al ministero della Salute per un’autorizzazione ad personam: ottenerla è tutt’altro che semplice" svela Stefano Maggi, consigliere della Camera di Commercio Italo-Russa e vicepresidente marketing di Mikro Kapital.

Per questo una quarantina di imprenditori hanno bussato alla porta dell’ente che tutela la cooperazione economica fra i due Paesi: "Noi abbiamo raccolto le loro disponibilità a farsi vaccinare sotto loro responsabilità e inviato i nominativi al Ministero: al momento è tutto in standby. Credo sia legittimo che i proprietari di un’azienda vogliano vaccinarsi al più presto. Non avere la possibilità di incontrare partner mette a rischio il business". Gira voce però che ci sia un’azienda italiana che sia riuscita a fare vaccinare i suoi venditori sborsando a una clinica russa 1.600 euro a persona. Maggi è scettico: "Il vaccino è offerto gratis a chiunque sia legalmente sul suolo della Federazione Russa con passaporto. Perché mai qualcuno dovrebbe pagare?". Maggi, 36 anni, gli ultimi 3 a Mosca, a fine gennaio ha fatto la prima dose di Sputnik V, il 15 febbraio il richiamo. "Sto benissimo. Il vaccino me l’ha consigliato il medico per il livello basso di anticorpi, anche se a settembre avevo già contratto il Covid". Sarebbero 3,9 milioni i vaccinati in Russia al 10 febbraio, secondo il sito di statistiche “Our World in Data”.

Mentre la provincia bresciana, dove è nato, è ripiombata in fascia arancione, a Mosca la situazione è diversa: " Il lockdown duro c’è stato solo da marzo a maggio. Poi le restrizioni sono calate: in palestra ci sono tornato subito dopo la fine della serrata. Da settembre solo l’università mantiene online il 50% dei corsi. C’è stata una fase in cui bar e ristoranti dovevano chiudere alle 23: adesso anche dopo. Si può andare in discoteca, musei e teatri sono aperti con capienza ridotta. I dispositivi di protezione sono obbligatori solo nei luoghi chiusi". La Russia ieri ha riportato 11.749 nuovi casi di infezione, secondo l’agenzia Reuters. "La strategia russa per abbattere i contagi ha fatto ampio ricorso alla tecnologia per il tracciamento. In quarantena ho dovuto scaricare un’app e quattro volte al giorno dovevo fotografarmi, dimostrando che mi trovassi a casa. Lo screening coi tamponi è rigoroso. In Russia il test lo puoi fare anche a casa, costa 30 euro. Quando sono venuto in Italia a novembre sono impazzito a trovare un laboratorio che facesse il tampone molecolare, obbligatorio per ritornare in Russia. E di euro ne ho sborsati 300".

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