Imprenditore arrestato per stupro: "I primi frammenti di una notte da incubo"

La 18enne vittima di Genovese: non c’entro niente con Villa Inferno, la ragazza ospite al festino di Milano era una sconosciuta

Il “mago delle startup“ Alberto Genovese

Il “mago delle startup“ Alberto Genovese

Milano, 21 novembre 2020 - Si è sottoposta ieri a una nuova seduta di psicoterapia la 18enne che lo scorso 10 ottobre, ospite a un festino a casa di Alberto Genovese, dopo essere stata stordita con un mix di droghe, è stata stuprata dal “mago delle startup“, ora in cella a San Vittore. Dalle nebbie di quella terribile notte stanno iniziando a riemergere immagini frammentarie, flash che rendono ancora più acuta la sofferenza dopo che le sostanze hanno fatto tabula rasa dei ricordi. "In questo momento deve seguire le cure e ritrovare un minimo di tranquillità – spiega il suo legale, l’avvocato Luca Procaccini – nei prossimi giorni, se i magistrati lo riterranno opportuno, potranno ascoltarla". Dai ricordi potrebbero infatti emergere elementi utili alle indagini.

La ragazza ha crisi di panico quotidiane, oltre al dolore fisico. E uno degli aspetti più traumatici in questi giorni, per lei, è stata la “gogna social“, il vedersi "additata come una ragazza leggera", il collegamento con il caso bolognese dei festini di “Villa Inferno“. Una delle ragazze che partecipò ai festini a base di sesso e coca in Emilia Romagna era infatti presente quella sera nell’attico vista Duomo dell’imprenditore milanese che ha fatto fortuna con Facile.it, startup poi ceduta a suon di milioni. "Io non conosco quella ragazza – ha spiegato la 18 enne, secondo quanto ha riferito il suo legale – non l’avevo mai vista prima di quella sera". La giovane, che sognava di fare la modella di professione, ora ha rescisso il contratto con l’agenzia, per dedicarsi completamente al percorso di recupero.

Nei prossimi giorni gli inquirenti - l’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Rosaria Stagnaro – potrebbero convocare nuovamente Genovese che, nell’ultimo interrogatorio, aveva parlato dei suoi problemi di tossicodipendenza e della "perdita di controllo" provocata dalle sostanze, l’incapacità di distinguere il confine "tra legalità e illegalità". Si rifugia nelle nebbie di quella notte: dopo l’arresto aveva spiegato che la sua "percezione della serata trascorsa" con la giovane vittima lo scorso 10 ottobre era quella di due "innamorati" che stavano trascorrendo momenti bellissimi. Le indagini puntano quindi ad allargare il raggio rispetto a quell’episodio, per far luce su altre presunte violenze, su profili di favoreggiamento e complicità, sul giro di droga e, si sospetta, di prostituzione, con un faro acceso sull’agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota. Accertamenti anche su presunte pressioni economiche per condizionare alcune testimonianze, comprando il silenzio, e su eventuali collegamenti con l’inchiesta bolognese Villa Inferno, su party a base di sesso e cocaina alle quali avrebbero partecipato, tra le altre, la giovanissima squillo ritrovata tra le ospiti nell’attico di super lusso che Genovese aveva battezzato con il nome romantico di “Terrazza Sentimento“.  

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