In carcere da 4 mesi negli Emirati: interviene l’ambasciatore italiano

Una delegazione diplomatica ha parlato con l’imprenditore che ha chiesto di potersi sottoporre a degli esami clinici

Andrea Giuseppe Costantino

Andrea Giuseppe Costantino

Milano - «Ha chiesto di poter essere sottoposto a esami clinici e a una risonanza magnetica per i controlli di routine necessari a seguito di un intervento chirurgico effettuato in Italia lo scorso dicembre, Andrea Giuseppe Costantino (nella foto ), l’imprenditore milanese in cella ad Abu Dhabi dallo scorso 21 marzo scorso, senza che sia stato reso noto il motivo". È quanto si legge in una nota di Cinzia Fuggetti, avvocato del trader nel settore del petrolio. Il legale ha spiegato che tale richiesta risale a ieri mattina quando "è riuscito a telefonare brevemente alla compagna", Stefania Giudice, alla quale inoltre "ha riferito di aver ricevuto la visita consolare dell’ambasciatore e del primo consigliere dell’ambasciata italiana" negli Emirati.

"La compagna - si legge ancora nella nota - spera in una rapida scarcerazione e nel conseguente rientro in Italia affinché Costantino possa sottoporsi ai necessari controlli medici e possa festeggiare il quarto compleanno - che cade a giorni - della loro bimba". All’imprenditore, pochi giorni prima dell’arresto, "è stato rinnovato il permesso di soggiorno come residente, con scadenza marzo 2024. In base ai miei approfondimenti - aggiunge il legale - questa è la riprova che in capo al Costantino non sia pendente alcun procedimento penale né come persona fisica né come rappresentante legale di una persona giuridica. Fosse stato il contrario, anche la più mite accusa sarebbe stata ostativa al rinnovo". L’arresto del trader è stato effettuato da otto agenti della Guardia nazionale degli Emirati Arabi Uniti, che non hanno però presentato alcun mandato.

«Ho esaminato con la massima attenzione le norme emiratine e questo non contravviene solo il nostro ordinamento, ma anche il loro. Il mandato d’arresto - spiega l’avvocato - è sempre necessario, anche per le misure di custodia cautelare. E avrebbero dovuto dare notizia dell’arresto alla nostra ambasciata in base a quanto previsto dalla Convenzione di Vienna".  

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