Imposte, aziende tartassate: Rozzano più cara nel Sud Milano

Città Metropolitana, il rapporto di Assolombarda sulla pressione fiscale locale. Sul podio Milano, Sesto e Bollate; meno pressione a Pieve Emanuele e Zibido

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di Massimiliano Saggese

Fiscalità locale. A Rozzano aumenta la pressione fiscale: la città sale nella classifica di città metropolitana al 4° posto. Scende invece Pieve Emanuele al 28°. Questo è quanto emerge dal 9° rapporto sulla fiscalità locale realizzato da Assolombarda, che da tempo monitora l’andamento della pressione fiscale locale sulle imprese con l’obiettivo di confrontare le diverse scelte compiute dalle amministrazioni comunali e di evidenziare l’impatto della pressione fiscale sulle attività produttive. Quest’anno, a seguito della fusione di Assolombarda con Confindustria Pavia, l’Osservatorio ha rilevato anche le informazioni dei principali 35 Comuni della provincia di Pavia. Nel momento attuale di grande difficoltà, le amministrazioni comunali hanno dato e continueranno a dare il proprio importante contributo a sostegno della ripresa delle attività d’impresa. In questa direzione, alcuni Comuni hanno provveduto, oltre alla sospensione o alla dilazione di pagamento di alcune imposte locali, a deliberare misure a sostegno delle attività economiche colpite dalla pandemia. Il primo posto nella cronistoria dei Comuni con maggiore pressione fiscale spetta a Milano seguita da Sesto San Giovanni e Bollate. Il primo Comune del sud milanese per pressione fiscale è Rozzano, salita al 4 posto. Per il sud Milano troviamo Trezzano sul Naviglio al 9° posto, Melegnano, al 13° , Basiglio al 16° e Binasco al 18°. Bene per Pieve Emanuele, dove la pressione fiscale è leggermente migliorata e il Comune è sceso al 27° posto. Decisamente meglio se la passano a Motta Visconti 138 posto e Zibido San Giacomo al 184° posto. Il portale raccoglie le informazioni sulle imposte locali. Uno strumento che Assolombarda mette a disposizione sia delle amministrazioni comunali, sia delle imprese. Sul portale è infatti possibile confrontare la pressione fiscale e gli importi che un capannone industriale e un’impresa di servizi pagano in oneri di urbanizzazione, Imu e Tari.

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