Morte di Imane Fadil, Tarik: "Spero di dare presto degna sepoltura a mia sorella"

A sei mesi dal decesso della giovane testimone nei processi Ruby

Imane Fadil

Imane Fadil

Milano,30 agosto  2019 - «Spero di dare presto una degna sepoltura a mia sorella Imane. È un desiderio dell’intera famiglia. A sei mesi dalla sua morte, ancora avvolta dal mistero, vogliamo solo che lei abbia finalmente pace». A parlare è Tarik Fadil, fratello della giovane testimone dei processi a carico di Silvio Berlusconi per gli incontri e la frequentazione con Ruby. Imane è deceduta lo scorso primo marzo all’ospedale Humanitas di Rozzano, dopo un mese di agonia. Parole, quelle del fratello, pronunciate a sei mesi dalla morte della 34enne ex modella e quando mancano ancora i risultati ufficiali dell’autopsia. A inizio luglio, secondo alcune indiscrezioni, nella relazione degli esperti non emergeva nessuna evidenza sull’ipotesi di avvelenamento, solo il primo di una serie di sospetti che avevano acceso l’attenzione sul caso, su cui indaga il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Luca Gaglio e Antonia Pavan.

«Non ci sono elementi a supporto di ipotesi di morte non naturale»: questa la frase attribuibile a chi sta limando la relazione da consegnare in procura. Esami a cui partecipa anche il consulente della famiglia assistita dall’avvocato Mirko Mazzali. Dallo scorso marzo, quello che è certo, è che sono state escluse più cause del decesso: scartata subito l’idea di una morte legata a sostanze radioattive, dalla perizia collegiale «non ci sarebbero risultanze indicative di avvenuto avvelenamento». E non avrebbero portato ad una ragione certa neppure la tesi di una malattia rara o autoimmune oppure possibili effetti collaterali legati all’assunzione di farmaci a cui Fadil era sottoposta nel tentativo di salvarle la vita. Fino a quando la relazione non sarà depositata in procura e i magistrati non saranno soddisfatti delle risposte ricevute, non ci sarà il nulla osta per la sepoltura. Fino ad allora il corpo della giovane resterà all’obitorio dell’istituto di Medicina legale in piazzale Gorini. Da qui l’appello: «È passato tanto tempo, domenica sono sei mesi, e siamo molto preoccupati. Io e la mia famiglia – conclude il fratello Farik – vorremmo che Fadil trovi pace». 

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