Morte di Imane Fadil, i nuovi esami confermano: nessuna radioattività. Iniziata l'autopsia

Gli esiti degli accertamenti condotti dall'Enea. Il corpo della 34enne è stato riconosciuto dal fratello

Imane Fadil

Imane Fadil

Milano, 26 marzo 2019 - Il corpo di Imane Fadil, la modella marocchina morta il primo marzo scorso all'Humanitas di Rozzano ( Milano) in circostanze misteriose e dopo un mese di agonia, è stato riconosciuto oggi dal fratello della donna, teste chiave nei processi Ruby, all'Istituto di Medicina legale di Milano.

L'autopsia è iniziata oggi nel capoluogo lombardo alla presenza del pool di esperti nominati dalla Procura, guidati dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo, e del consulente nominato dalla famiglia, il medico legale Michelangelo Casali. Come ha spiegato Mirko Mazzali, l'avvocato della famiglia, oggi sono stati prelevati gli organi che saranno poi analizzati successivamente. Il legale ha precisato che il termine fissato per gli esiti dell'esame autoptico è di un mese, ma i primi risultati - in particolare gli esami tossicologici - potrebbero arrivare già entro pochi giorni.

Questa mattina, dall'Enea, il centro specializzato in esami di questo tipo, era arrivata la conferma che il corpo della 34enne non è stato contaminato da elementi radioattivi.  Gli esami dell'Istituto di Radioprotezione hanno così confermato quanto era già emerso nei giorni scorsi: Imane Fadil non è morta a causa di un avvelenamento radioattivo, ipotesi che la Procura ha voluto approfondire dopo che era stata segnalata la presenza di sostanze sospette nelle urine della giovane donna. Gli accertamenti eseguiti all'Istituto di Medicina Legale avevano già escluso questa eventualità ma, per ulteriore scrupolo, gli inquirenti hanno voluto anche il parere del centro di eccellenza romano. Solo dopo l'esito di queste nuove analisi, è stato dato il via libera all'autopsia.

 

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