Il vizio di acquistare il biglietto

Gabriele

Moroni

Chi parla a vanvera di semplificazioni, si vede che non ha mai provato ad acquistare in un giorno di festa, alla stazione di Tradate, un biglietto con destinazione Varese. Costretto per causa di forza maggiore a farlo, ecco in sintesi l’odissea che mi è capitata. La biglietteria è chiusa e anche il bar di fianco. Resta quel marchingegno "fai da te" che, nonostante i miei tentativi e pure quelli di un gentilissimo giovanotto che mi ha sentito imprecare, non ne vuole sapere di funzionare. Forse non sanno i capi delle Nord che nessuno è nato imparato. Resterebbe l’altra soluzione, grazie ad un altro affare di quel tipo, ma sfortunatamente non ho con me il bancomat. Poi arriva il treno, per la verità in perfetto orario. E qui inizia l’inseguimento al controllore da una carrozza all’altra. Il treno mi sembra più lungo di un campo di calcio. Però devo confessare che ce l’ho fatta a tornare a casa. Mi permetto di dare un suggerimento a chi di dovere: quando il bar è chiuso, perchè deve rimanere chusa anche la biglietteria. Questo tenendo presente che in treno salgono anche i diversamente giovani, che hanno il vizio di comprare il biglietto. Cerchiamo di stare bene e avanti tutta. Però, se tornassimo indietro a quando c’erano i capi stazione...non sarebbe poi una cattiva idea. O no?

Enzo Bernasconi, Varese

Che brutta abitudine, si domanda con amara ironia il nostro lettore e affezionato corrispondente, al quale diamo il bentornato nella rubrica. Niente è più irritante e desolante della difficoltà nelle cose più semplici. Come acquistare il biglietto del treno. Ma siamo certi che Enzo continuerà a farlo. Come facciamo e faremo tutti noi "diversamente giovani".

mail: gabrielemoroni51@gmail.com

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