Il virus ci ha cambiato la vita Ma il 7,5% non vuole vaccinarsi

Per la ricerca “Gli Italiani e il Covid-19” sono aumentati stress e isolamento. L’allarme ha determinato "una riduzione straordinaria della vita sociale"

di Annamaria Lazzari

Bersagliata dal virus, la Lombardia - e tutta l’area Nord Ovest del Paese - dimostra, dopo oltre un anno dall’inizio della pandemia, una tempra psicologica maggiore del Sud Italia. Ma c’è una brutta notizia che rischia di pesare come (ulteriore) macigno sulla campagna vaccinale di massa. Gli italiani no-vax sono il 7% e c’è un ulteriore 18% della popolazione nazionale che potendo la punturina non la farebbe oppure vorrebbe scegliere il tipo di vaccino. Sono dati emersi dalla ricerca "Gli Italiani e il Covid-19" presentati ieri da Fondazione Italia in Salute e realizzata da Sociometrica. L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di adulti (con mille interviste dal 24 al 30 marzo) ha affrontato diversi temi: oltre all’impatto sanitario, calcolando che visite e servizi per patologie non Covid sono stati cancellati, o rimandati per il 52% degli italiani, ha individuato quello su stili di vita e psicologia dei cittadini.

Il report ha analizzato come le persone, al di là delle disposizioni di legge, abbiano modificato spontaneamente comportamenti quotidiani. Secondo lo studio "sono soprattutto i residenti al Sud che hanno avuto l’impatto psicologico e comportamentale più profondo". Il virus ha determinato "una riduzione straordinaria della vita sociale": circa 7 italiani su 10 hanno scelto di non vedere più amici e conoscenti dentro casa. Non invitare persone fra le quattro mura domestiche è la scelta del 75,4% dei residenti al Sud, praticamente tre su quattro. I lombardi "isolazionisti", assieme a piemontesi, liguri e valdostani (tutta l’area Nord Ovest) sono molto meno: il 61,4%. Due italiani su 3 inoltre hanno smesso di prendere i mezzi pubblici (63,3%). Ma nel Nord Ovest la percentuale scende al 54,1% . Nelle regioni del Sud il rifiuto del trasporto pubblico sale al 70,4% dei residenti. Sono il 6,1% gli "imperturbabili" nell’area Nord occidentale, ossia coloro che non hanno cambiato nulla nei loro comportamenti spontanei, contro l’1,4% nel Meridione.

C’è un focus sui vaccini. Secondo Antonio Preiti, direttore Sociometrica, il fatto che il 7,5% gli italiani non abbia intenzione di vaccinarsi è "un dato rilevante". Il 7,6% degli intervistati vorrebbe poter scegliere il tipo di vaccino e poi c’è la "zona grigia" del 9,9% di coloro che se potesse non lo farebbe, dichiarando che valuterà più avanti. Un Italiano su quattro, però, "non vede l’ora" di vaccinarsi e il 40,5% attende tranquillamente il proprio turno. Il vaccino che gode della maggiore fiducia è quello prodotto dalla Pfizer-BioNTech che fra chi esprime molta fiducia e abbastanza fiducia, raggiunge l’81,4% dei consensi; al secondo posto Moderna (con 74,2% ), al terzo Johnson&Johnson (68,5%). Al quarto Sputnik, non ancora autorizzato da Ema, che con il 51,0% supera AstraZeneca (49,8%). Per Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute, è "curiosa la fiducia “a scatola chiusa” nello Sputnik. Serve – ha esortato – un’informazione corretta dal punto di vista scientifico".