Il Villoresi chiude i rubinetti Gli agricoltori protestano

La disponibilità d’acqua ridotta a cinque giorni per venire in aiuto al Po "Una scelta che penalizza i nostri raccolti, stiamo già pagando la crisi"

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di Paolo Mattelli

Agricoltori sul piede di guerra per l’annunciata riduzione dei prelievi dal Canale Villoresi disposti dal Consorzio. Ieri mattina presso il punto di manovra di Villastanza di Parabiago, una cinquantina di agricoltori si sono dati appuntamento per inscenare una protesta per attirare l’attenzione su una decisione che potrebbe mettere a rischio il raccolto delle prossime settimane. Tutto il problema deriva dal Po, la cui portata è ridotta ai minimi termini con il delta sopraffatto dall’acqua del mare arrivata fino a 30 chilometri dalla foce. Un’emergenza che richiede il risparmio di acqua su tutti i fronti compreso quello dell’agricoltura. Il livello del Lago Maggiore è sotto gli standard stagionali e a farne le spese sono i contadini che dal Naviglio Grande e dal Canale Villoresi attingono acqua per i campi. "Io bagnavo una volta la settimana gli scorsi anni – spiega Domenico Sonzogni agricoltore bustese – adesso sono 15 giorni che non irrigo i campi".

Le nuove disposizioni prevedono infatti che per salvaguardare il Po la disponibilità di acqua venga ridotta a cinque giorni la settimana. "Io avrei dovuto bagnare domenica – prosegue – a se la disponibilità slitta a lunedì io perdo una settimana e addio raccolto". Il tutto viene stabilito dal consorzio del Villoresi che alzando e abbassando il livello dell’acqua permette ai canali secondari di attivarsi oppure rimanere all’asciutto. "Adesso l’unica via d’acqua è quella del Villoresi, tutti gli altri canali sono in secca. Il problema sarà il prossimo autunno mando il fieno per gli animali verrà a mancare. La carenza di acqua ha mandato in rovina i prati di maggio e quindi non abbiamo più foraggio per i prossimi mesi, molte stalle rischiano di chiudere".

Stando alle testimonianze raccolte durante la manifestazione di ieri mattina, molti contadini hanno dovuto sacrificare i prati per mantenere le colture di mais. "Nella bassa padana il foraggio per il bestiame è già andato alle stelle, i nostri campi non più irrigati regolarmente hanno reso meno del 40%". Quello che chiedono gli agricoltori locali è una revisione delle direttive imposte dal Consorzio del Villoresi per estendere almeno a una settimana la possibilità di irrigare i campi alzando il livello di acqua nel canale. Una situazione drammatica che rischia di compromettere il futuro di decine di aziende agricole che a settembre si troveranno a dover pagare gli acquisti di sementi e concimi con la resa di un raccolto impoverito dalla carenza di acqua. Regione Lombardia sta attivando le pratiche per la richiesta di calamità naturale aprendo uno spiraglio di speranza per ipotetici aiuti a favore di decine di famiglie rimaste a secco.

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