Il valore dell’acqua e il pozzo vuoto

Empio

Malara*

Il 22 marzo è la giornata mondiale dell’acqua e Milano dovrebbe esaltare la straordinaria storia del rapporto secolare tra la città e i suoi Navigli, una bellezza unica nel mondo.

Non vedo però, ancora una volta, all’orizzonte alcun evento organizzato dal Comune di Milano oppure dalla Regione Lombardia per far conoscere i principali protagonisti dell’impresa di costruire canali per ridurre l’impeto dei fiumi, irrigare, navigare, produrre forza motrice, incrementare la fauna ittica e, non ultimo, inanellare la città con l’acqua. Nell’agosto del 1585 un’onda di piena del Ticino dapprima ruppe e poi squarciò la diga che alimentava il Naviglio Grande lasciandolo all’asciutto. Improvvisamente tutte le attività che il Naviglio alimentava cessarono di colpo, fino a quando il grande Giuseppe Meda non riparò la diga.

Milano conobbe allora i danni dell’assenza del Naviglio per tutto il territorio tra la città e il fiume Ticino.

Non vorrei essere considerato il “solito“ catastrofista climatico, ma vorrei ricordare ai lettori del quotidiano Il Giorno che la siccità purtroppo avanza senza sosta alcuna e - come è risaputo - "il valore dell’acqua lo si percepisce soltanto quando il pozzo è vuoto".

Parole sagge, che dovremmo tenere tutti a memoria, non solo noi milanesi.

* Presidente AssociazioneAmici dei Navigli

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