Il turismo riparte con i musei a mezzo servizio

La denuncia dei sindacati: manca personale per garantire le aperture, basta tagli. "Situazioni più critiche a Brera e Cenacolo"

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di Andrea Gianni

Il turismo riparte, ma senza personale sufficiente nei musei, costretti ai salti mortali per aprire o a ridurre spazi espositivi e servizi. La Lombardia complessivamente conta meno di 500 addetti nei poli che fanno capo al ministero per i Beni culturali, e carenze di "oltre il 43% dell’organico". Una situazione fotografata dai sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp e UilFpl, che ieri si sono radunati in presidio davanti alla Prefettura di Milano. Un cartello sintetizza il loro malcontento: "Basta tagli a risorse e organici nello Stato, no alla svendita dei beni culturali".

"È possibile pensare che una regione con 11 milioni e mezzo di residenti fiscali possa funzionare, oppure offrire i servizi e garantire la visione dei suoi tesori con un organico di meno di 500 unità? Se paragoniamo la Lombardia ad altri territori, la proporzione tra il bacino di utenza e gli

organici in servizio è semplicemente improponibile", spiegano i sindacati. In particolare, negli ultimi concorsi era prevista l’assunzione di 50 funzionari tecnico scientifici in Lombardia. Solo che ne sono arrivati soltanto 25, " del tutto insufficienti ad affrontare le gravi criticità del territorio regionale e di Milano". Mancano addetti alla vigilanza, custodi, impiegati amministrativi. E così i musei hanno "quotidiane difficoltà ad aprire i battenti e offrire la complessità dei servizi". Fra le situazioni più critiche, i sindacati citano il Cenacolo Vinciano, la Pinacoteca di Brera, il "futuro e quasi futuribile Palazzo Citterio", Palazzo Ducale a Mantova. Questi Istituti "aggiungono alla grave carenza di personale la mancanza di risorse economiche per proporre soluzioni alternative di collaborazione".

La strada tracciata è quella di una privatizzazione sempre più spinta dei servizi. I lavoratori denunciano la scelta di "esternalizzare pressoché completamente il servizio di vigilanza negli Istituti della Direzione Regionale Musei della Lombardia, nella misura di oltre 1 milione e 300mila euro. Scelta che prelude ad una privatizzazione definitiva del servizio". Se i musei statali soffrono, anche in quelli che fanno capo ai Comuni la situazione è tesa. Una lunga vertenza, poi conclusa con un accordo, ha riguardato anche i musei civici del Comune di Milano. Il cambio di appalto, infatti, rischiava di peggiorare le condizioni già problematiche dei circa 200 operatori che si occupano dell’accoglienza, assunti da società esterne con stipendi che per un full time si aggirano sui 750 euro al mese, a volte con una laurea in tasca.

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