La lotta è contro il tempo. Se la proposta di legge sulla riapertura del Tribunale di Vigevano, che il consiglio regionale licenzierà il 28 giugno, dovesse essere discussa a Roma entro l’anno, ci sarebbe più di uno spiraglio per la riapertura. Del resto la circoscrizione dell’ex-Tribunale, cancellato dalla geografia della giustizia italiana dall’ultima riforma, non solo interessava l’intera Lomellina ma si spingeva sino all’Abbiatense e al Magentino, ora invece territori costretti a gravitare su Milano.
La proposta sarà messa al voto dalla Regione con qualche settimana di anticipo rispetto la prima calendarizzazione, a conferma della concreta volontà del Pirellone di arrivare a un risultato concreto. Poi la documentazione sarà mandata a Roma e sarà fondamentale che sia presa in esame prima della fine della legislatura. Si tratta di una proposta che nei mesi passati è stata approvata da diverse regioni, sia guidate dal centro-destra che dal centro-sinistra, e che prevederebbe che a carico della Regione vengano posti i costi di funzionamento, magari suddivisi con i Comuni della ex-circoscrizione, lasciando al Governo solo le spese per il personale giudiziario. Proprio il fatto che si tratti di una battaglia bipartisan potrebbe agevolare l’iter.
Il Tribunale di Vigevano è il più grande tra quelli cancellati dalla mappa della giustizia del Paese, nonostante avesse uno dei tassi di efficienza più alti ed una mole di arretrati quasi azzerata.
Umberto Zanichelli
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