Il rettore della Cattolica: "Ricordiamo i nostri 300mila laureati"

Inaugurato l’anno accademico della Cattolica con Mattarella e Delpini. Il rettore Anelli: siamo una fabbrica operosa

Il rettore dell'Università Cattolica Franco Anelli

Il rettore dell'Università Cattolica Franco Anelli

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Milano - La Cattolica celebra cento anni di storia sotto "l’indirizzo dell’inquietudine". In un’aula magna vuota ma "colma", con gli interventi del rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli, dell’arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo, monsignor Mario Delpini, e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è svolta ieri mattina l’inaugurazione dell’anno accademico. Nel suo saluto, Delpini ha spiegato che la Cattolica dev’essere "inquieta": "L’inquietudine significa che gli ambiti di ricerca non possono essere solo quelli che “soddisfano i clienti“, ma devono essere quelli che aprono orizzonti, che inquietano gli studenti e i docenti, che spingono la ricerca verso la comprensione di un umanesimo cristiano". L’università fu inaugurata il 7 dicembre 1921 dalla volontà di Giuseppe Toniolo, padre Agostino Gemelli, Armida Barelli, Lodovico Necchi, monsignor Francesco Olgiati e Ernesto Lombardo.

In quell’anno gli studenti iscritti ai primi due corsi attivi, quello di Scienze filosofiche e quello di Scienze sociali, erano 68, oggi, distribuiti in tutte le facoltà sono 45 mila. La prima sede dell’università si trovava nel palazzo di Luigi Canonica in via Sant’Agnese 2 e solo nel 1932 fu trasferita nell’antico monastero cistercense di Sant’Ambrogio. Prima della cerimonia l’arcivescovo Delpini ha celebrato la messa nella basilica di Sant’Ambrogio. "L’Università Cattolica ha attraversato il ‘900 e tutti i suoi rivolgimenti, affrontato i momenti difficili e contribuito con passione a quelli di crescita, ha insomma accompagnato l’evoluzione della società italiana, sempre restando testimone dei propri valori", ha spiegato Anelli. Oltre alla produzione scientifica e alla testimonianza culturale, secondo il rettore il più "grande dono che l’università può rivendicare sono gli oltre 300mila laureati e diplomati dalla fondazione", che per Anelli sono "i testimoni che portano nella società, nel lavoro, nelle loro famiglie i fondamenti intellettuali e morali che hanno appreso. Il valore sociale di un’università si misura dalla qualità delle persone che ha educato".

Il rettore si è poi soffermato sul futuro paragonando l’università ad una "fabbrica perennemente operosa": "Il prossimo secolo ci attende con compiti non meno ardui di quelli del passato, perché c’è sempre una crisi da superare; perché l’impegno nella ricerca è una necessità sempre più pressante; perché l’insegnamento non è ripetizione, ma costante sforzo di adeguare l’attività formativa alle esigenze che mutano". Le immatricolazioni nell’anno accademico in corso sono in tutto 14.445, con una crescita di oltre il 3% rispetto all’anno precedente. Dopo aver ringraziato la Cattolica e in particolare chi ha lottato in prima linea contro il Covid-19, il capo dello Stato Mattarella ha ribadito che: "Per essere educatori occorre dare credito ai giovani che mantengono sempre giovane l’ateneo". E a riguardo del sentimento dell’inquietudine, ha detto: "Questa condizione di sentirsi cittadini del mondo e al contempo pellegrini al suo interno è comune a tutti, qualsiasi siano le convinzioni che vengono professate perché riflette il senso di incompiutezza umana che accompagna la condizione umana, che spinge a cercare nuove conoscenze".  

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