Il “ras di via Fleming“ contro il rapper "Ci ha fatto l’agguato, lo mando in coma"

Sparatoria con un ferito in San Siro, fermato Carletto Testa. “Kappa 24K“ lo aveva sfidato con una canzone

Il rapper Islam Abdel Karim, 32 anni, in arte Kappa 24K, è nato in Egitto e cresciuto a Sa

Il rapper Islam Abdel Karim, 32 anni, in arte Kappa 24K, è nato in Egitto e cresciuto a Sa

di Andrea Gianni

Da una parte il rapper Islam Abdel Karim, nome d’arte “Kappa 24K“, e la sua gang. Dall’altra il 51enne Carletto Testa, il “ras di via Fleming“, spalleggiato da altri due italiani. Un narcotrafficante dipinto da inchieste del passato come anello di congiunzione tra la criminalità organizzata e gruppi ultras del Milan. Il terreno di scontro è piazza Monte Falterona, zona San Siro, sul tratto di marciapiede di fronte al kebabbaro. I due gruppi si affrontano davanti a una quarantina di persone, Testa estrae una pistola e spara diversi colpi. Si crea un fuggi fuggi, e un proiettile raggiunge un 26enne originario dell’Egitto, rimasto ferito alla zona fermorale. Il rapper “Kappa 24K“ a sua volta estrae una pistola, spara in aria e poi si rifugia in un condominio. Erano le 20.30 dello scorso 8 gennaio. Una sera di violenza nel quartiere, con un regolamento di conti finito nel sangue. A scatenare la violenza anche la strofa di una canzone con cui il rapper sfidava Testa, sullo sfondo forse rivalità legate allo spaccio di droga. Ieri Carletto Testa è stato fermato dalla polizia con l’accusa di tentato omicidio aggravato, nell’ambito delle indagini coordinate dal pm Stefano Civardi.

Le indagini della Squadra mobile di Milano diretta da Marco Calì, affidate alla Seconda sezione guidata da Vittorio La Torre che ha ricostruito ruoli e dinamica, hanno portato a un volto noto della mala milanese. Testa è stato incastrato anche grazie alle conversazioni telefoniche intercettate dagli investigatori dopo l’episodio. "Ma sui giornali dicono qualcosa?", chiedeva preoccupato alla compagna l’11 gennaio. "Dicono che sono litigate per faide di droga", risponde la donna.

Intanto il rapper, come emerge dalle intercettazioni riportate nel decreto di fermo, preparava la vendetta. "Se lo becco io prima che lo trovano le forze dell’ordine lo mando in coma, in una barella in ospedale che non si rialza più. Ci hanno fatto un agguato vero e proprio (...) questi hanno iniziato a sparare a raffica, m’hanno cercato di centrare più volte. quello là ce l’ha con l’Islam". Poi fa ipotesi sul mandante dell’agguato, un altro rapper: "Rondo (Rondo da Sosa, ndr), che si merita di entrare dentro, così almeno scrivi testi come si deve". Islam Abdel Karim, 32 anni, nato in Egitto e cresciuto nelle case popolari di San Siro, si era già scagliato contro Carletto Testa in una sua canzone, sfidando con le parole il rivale: "Testa calda come Carlo TestaNon fare troppo il gangstafinisci con tre buchi in testa". È stato lui, però, a finire nel mirino del “ras di via Fleming“ l’8 gennaio. Una scena da Far West raccontata dai testimoni ascoltati dagli investigatori della Mobile.

"Carlo Testa aveva una pistola e iniziava a sparare vari colpi ad altezza uomo a caso, nei confronti di tutti noi che eravamo in piazza – ha raccontato un giovane che ha assistito alla scena –. Islam Abdel Karim prendeva una pistola di colore nero e sparava in aria per poi scappare all’interno del condominio di piazza Monte Falterona 1. L’auto con la quale Carlo Testa era giunto in piazza Monte Falterona dopo la sparatoria scappava verso via Maratta". Nel frattempo era rimasto a terra l’egiziano, raggiunto da uno dei colpi esplosi da Testa, poi soccorso dal personale del 118 e trasportato all’ospedale San Carlo. Un altro testimone ha riferito di aver visto il rapper impegnato in una videochiamata, attorno alle 18.30, due ore prima dell’agguato. "Venite qui, vi sparo in faccia". Una violenza esplosa in un mondo sotterraneo dove si muovono rapper, gang di nordafricani, narcotrafficanti e criminalità organizzata italiana. Sullo sfondo le case popolari di San Siro.

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