"Il piano per il Parco è anacronistico"

Mentre la parola passa al Pirellone, pollice verso degli ambientalisti: non è adatto alla sfida della crisi climatica

Migration

di Monica Autunno

Parco Adda Nord, maratona controdeduzioni alle osservazioni in assemblea e poi il voto, approvazione per il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento. Il documento va ora in Regione Lombardia: sarà il Pirellone ad accendere il semaforo verde sul nuovo strumento urbanistico dell’ente, che va a colmare un "vuoto" normativo di lungo corso. Il primo, e ultimo, Piano territoriale di coordinamento dell’ente fluviale risaliva al 2000, era ancora in vigore in regime di salvaguardia e non era mai stato aggiornato. Approvazione unanime. Ma il pollice verso è quello delle associazioni ambientaliste, che nelle loro osservazioni, tutte respinte, avevano auspicato più decise previsioni di tutela: "Un piano, questo, senz’anima e fuori tempo - ecco la nota di Wwf Le Foppe, Legambiente e Terra Viva - non adatto alla sfida della crisi climatica e che non tutela a sufficienza il territorio". Erano state 29 le osservazioni presentate: 22 private, tre da parte di associazioni ambientaliste, altre tre di Comuni del bacino dell’ente. Tutte sono state esaminate dai tecnici e poi contro dedotte. L’altro pomeriggio l’esame in Comunità del Parco, e l’ultima alzata di mano. Il passaggio in Regione dovrà vagliare la corrispondenza del Ptc con gli indirizzi sovracomunali. Lo sprint all’iter per approvazione del Piano territoriale di coordinamento era stato il primo cimento del direttivo di Francesca Rota, a Villa Gina dal 2019. "Salvaguardia, tutela attiva e progettualità integrata sono i principi generali fondativi di questo piano - così, nella relazione introduttiva in assemblea, il vicepresidente del Pan Alessandro Chiodelli - che rappresenta un nuovo inizio e che permette di affrontare le sfide odierne senza venir meno alle necessità di tutela ambientale e paesaggistica". Un Ptc "moderno e flessibile": "Non vogliamo che il Parco sia visto come ente vessatorio, ma come supporto e sostegno alle istanze del territorio". Un macigno, le parole delle associazioni ambientaliste. "Si è persa un’occasione per dotare questo territorio di uno strumento di pianificazione che ponga un vero freno alla distorta visione dell’uso del suolo e della biodiversità. Temi quasi assenti. C’è una logica di supremazia ecologica, pensiero che considera il solo utilizzo delle attività presenti nel Parco a fini economici e fruitivi". La condanna: "Il ptc dei primi anni 90 poneva vincoli e aveva una visione. Qui si è ignorata persino la recente riforma costituzionale che riconosce come prioritaria la tutela del paesaggio e della biodiversità".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro