Il pegno per uno sfizio: Rolex e oggetti in oro per viaggi e bici

ProntoPegno (Banca Sistema): in città +34% di affari, 12,6 milioni di euro. A Milano nel 99% dei casi il bene ceduto viene riscattato dai clienti

Giuseppe Gentile

Giuseppe Gentile

Milano, 28 gennaio 2023 -  Un Rolex dato in pegno per avere subito i soldi per andare in vacanza o acquistare una bicicletta nuova. I milanesi utilizzano lo strumento del pegno soprattutto per soddisfare qualche sfizio, non perché in grave difficoltà economica. A raccontarlo è Giuseppe Gentile, direttore generale di ProntoPegno del gruppo Banca Sistema. Nell’ultimo anno ProntoPegno ha registrato il +34% di volumi di affari (12,6 milioni di euro), il +25% di polizze e il +15% di clienti.

Gentile, cosa lasciano i milanesi in pegno per avere liquidità immediata?

"I milanesi danno in pegno oggetti preziosi, soprattutto orologi di valore, dai Rolex ai Cartier fino ad altri brand di pregio. Ma il 99% di questi oggetti vengono riscattati dai proprietari oppure il pegno viene rinnovato. A livello nazionale, invece, siamo al 2% di oggetti che non vengono riscattati e quindi vengono venduti all’asta. A Milano, invece, siamo intorno all’1%".

Orologi di lusso e poi?

"Tanti oggetti in oro, dati in pegno soprattutto da extracomunitari come filippini, senegalesi, cingalesi ma anche stranieri dell’Europa dell’Est, che utilizzano l’oro per finanziarsi".

Gli oggetti dati in pegno servono all’acquisto di quali beni?

"Le persone che hanno uno o più orologi di lusso od oggetti in oro ne mettono a pegno uno per momentanee necessità di avere una liquidità immediata, soprattutto per quanto riguarda gli stranieri, che rappresentano circa il 10% del mercato del pegno a Milano. In alcuni casi il pegno può essere anche un’alternativa alla cassetta di sicurezza, perché quest’ultima nella banche può costare 200-300 euro all’anno, mentre usare il nostro strumento costa 30 euro su un pegno di mille euro".

Altre caratteristiche del pegno?

"Tante persone non voglio vendere oggetti preziosi a cui sono affezionati ma li utilizzano per togliersi qualche sfizio che in quel momento, magari, non possono permettersi con la liquidità che hanno".

Sfizi di che tipo?

"Andare in vacanza o comprarsi una bicicletta".

Insomma, chi usa il pegno non è in gravi difficoltà economiche ma ha solo bisogno di una liquidità immediata che potrà recuperare tramite il proprio lavoro in tempi brevi?

"È proprio così. Il pegno non è legato alla povertà ma al benessere, di solito. Lo strumento del pegno per ottenere denaro contante è utilizzato anche perché fa ottenere il risultato velocemente, mentre tramite finanziarie o banche ci si metterebbe di più. Con il pegno ci si mette un quarto d’ora, non un giorno. E se sei un cliente già registrato e vuoi fare un secondo pegno, ci metti cinque minuti. Anche il tempo è un valore. Noi, inoltre, siamo stati i primi a digitalizzare i rinnovi. I nostri clienti possono venire una sola volta di persona a fare il pegno. Quando lo rinnovano, dall’agosto 2021, lo possono fare comodamente online: attualmente il 20-25% dei clienti lo fa in questo modo. In Italia abbiamo più di 10 mila utenti registrati all’app di DigitalPegno e abbiamo eseguito 10 mila rinnovi di polizze online. L’app consente anche di partecipare alle aste per gli oggetti non riscattati, mentre prima era necessaria la compilazione di un documento e la presenza fisica all’asta. Chi si aggiudica il bene poi ha due opzioni: può ritirare l’oggetto in una nostra filiale oppure gli viene spedito a casa".

È diversa la tipologia di persone che fanno pegno e partecipano alle aste?

"Non necessariamente. Ci sono coloro che danno oggetti in pegno e partecipano alle aste per altri oggetti. Ma alle aste, naturalmente, partecipano soprattutto operatori del settore".

I numeri in crescita di ProntoPegno, da cui siamo partiti, dipendono anche dalla fine dell’emergenza pandemica?

"In realtà, al di là dell’emergenza Covid, noi abbiamo lanciato una moda tramite le nostre campagne di comunicazione. In altre parole, abbiamo rispolverato uno strumento che in passato era molto conosciuto e utilizzato, soprattutto in alcuni città d’Italia, come Napoli, basta pensare a “Natale in casa Cupiello’’. I nostri clienti, dunque, non sono aumentati perché c’è più esigenza di impegnare oggetti di valore, ma perché hanno conosciuto una forma alternativa per ottenere un finanziamento. Le persone che un tempo andavano dai Compra Oro, adesso vengono da noi. Oltretutto abbiamo sedi molto belle, sicure, accoglienti e moderne, come quella di Milano in piazza Napoli".

Nel 2021, in piena emergenza Covid e in periodo di smart working, molti milanesi investivano i soldi ottenuti con il pegno per acquistare un salotto o un televisore. Finita l’emergenza pandemica, come sono cambiate le abitudini di acquisto dei cittadini che ricorrono al pegno?

"Come accennavo prima, prevalgono l’acquisto di viaggi, ma anche l’iscrizione a palestre o servizi per il benessere. Nessuno è venuto da noi perché gli è aumentata la bolletta del gas o dell’elettricità o per il prezzo più alto della benzina, anche perché a Milano moltissime persone non si muovono in macchina ma usano i mezzi pubblici".

Gli imprenditori utilizzano il pegno per risolvere la mancanza di liquidità?

"Può capitare. Ma più come investimento per l’acquisto immediato di beni che servono al proprio negozio, ad esempio, che per sanare un debito. L’imprenditore che utilizza il pegno lo fa per ottimismo".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro