Omicidio Carol Maltesi, il padre: "Dal killer neanche le scuse"

"Stiamo ancora aspettando a distanza di mesi un segno di pentimento" si sfoga il genitore alla vigilia del funerale che si terrà lunedì a Sesto Calende

Carol Maltesi e Davide Fontana

Carol Maltesi e Davide Fontana

 

Non un accenno di pentimento. Passano i mesi, ma Davide Fontana, reo confesso del terribile omicidio di Carol Maltesi, non ha mai espresso il proprio pentimento per aver uccisa la giovane amica. "Non ha mai chiesto scusa e non ha neppure mai cercato di contattare la famiglia della ragazza", ha spiegato Manuela Scaglia, il legale di famiglia. Il tutto dopo che sono passati cinque mesi dal terribile delitto maturato dentro l’abitazione di Carol in via Melzi a Rescaldina. Un delitto che il bancario avrebbe causato in un impeto di rabbia dovuta alle decisioni della giovane di lasciare il paese per dirigersi in Veneto dove, nel veronese, abitava il figlio piccolo rimasto con l’ex fidanzato. Secondo il racconto dello stesso Fontana, fu appunto una telefonata con l’ex a scatenare l’omicidio con la giovane donne prima presa a martellate, poi sgozzata, infine fatta in quindici pezzi chiusi in un frigorifero che Fontana aveva preso su Amazon. La paura adesso è che Davide Fontana venga giudicato pazzo, incapace di intendere o volere mentre stava compiendo il delitto della giovane madre. La procura sta chiudendo le indagini: non c’è dubbio che sia stato lui a fare ad uccidere e fare a pezzi il corpo di Carol. Gli inquirenti hanno cercato tracce ematiche di altre persone ovunque, per scoprire se nel delitto di Rescaldina fossero state implicate altre persone. Ma di altri interventi esterni non ce n’è tracci alcuna. Intanto la procura della repubblica di Busto Arsizio ha dato il via libera per i funerali che si terranno il prossimo 6 giugno alle 10 nell’abbazia di San Donato a Sesto Calende, dove vive la mamma della vittima.

Il padre di Carol arriverà dall’Olanda, nazione in cui abita da tempo dopo la separazione dalla moglie. La ragazza non sarà cremata perchè la legge lo impedisce fino a quando le indagini non saranno ufficialmente concluse. Davide Fontana rimane chiuso nel carcere di Busto Arsizio. Chi indaga ha scoperto ogni singolo particolare del delitto e anche di quanto accaduto dopo lo stesso col Fontana che ha fatto di tutto per far sparire il cadavere della donna. Per farlo aveva effettuato diversi sopralluoghi in provincia di Varese prendendo in affitto un appartamento sulle montagne sopra Cittiglio per bruciare il corpo in un braciere. Operazione miseramente fallita con i pezzi del corpo della ragazza portati da una parte all’altra della Lombardia dentro un paio di sacchi della spazzatura. Poi aveva decido di lanciarne le parti da un burrone a Borno, in provincia di Brescia, lasciando però tracce evidenti del suo passaggio: dall’auto di Carol, che lui usava ogni giorno, all’uso del telefono di lei. Tutti elementi utili, uniti ai tatuaggi della vittima mostrati dai carabinieri, per giungere prima a dare un nome a quel corpo, il nome della povera Carol.

 

 

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