Il padre di Carol all’assassino: "Non ti perdono"

Fabio Maltesi attende di poter seppellire la figlia, barbaramente uccisa da Davide Fontana: "Hai reso orfano un bambino di sei anni"

di Christian Sormani

L’ha chiamata Angie di secondo nome come tributo ad una nota canzone dei Rollin Stones. Il padre di Carol, Fabio Maltesi, da Amsterdam dove vive ricorda la figlia Carol Angie Deborah Maltesi, uccisa in un modo brutale e assurdo da Davide Fontana, il vicino di casa al quale poi lancia un avvertimento: "Quando uscirai dal carcere ci sarà io ad aspettarti". 58 anni, una vita che prosegue lontano dalla sua figlia, questa volta per sempre dopo la nota vicenda di cronaca che l’ha strappata in modo brutale all’affetto dei suoi cari.

"Non potrò mai perdonare quel mostro, quel macellaio che l’ha massacrata - scrive Fabio in una lunga lettera -. Anche se dovesse accadere fra trent’anni, devi sapere che se tornerai libero ci sarò io ad attenderti". Fabio in Olanda gestisce un bar, si è rifatto da anni una vita dopo la separazione dalla moglie che viva a Sesto Calende col suo nuovo compagno. Dopo l’omicidio è tornato in Italia ed attende adesso la chiusura delle indagini per poter dare degna sepoltura alla figlia. Una serie di parole urlate in maniera pubblica, alcune da non poter essere riprese. Ma la sostanza c’è tutta: "Come ti sei permesso di togliere la vita e torturare la mia bellissima figlia, il suo viso, il suo corpo. Anche dopo la morte della mia bimba hai infierito su di lei, come hai potuto, maledetto. Hai distrutto la vita del mio angelo Carol a soli 26 anni, hai rubato il diamante della mia vita. Perché non ci hai provato con me? Per quello che hai fatto, non basta la galera, dovrai pagare per la seconda volta, una sola condanna non è abbastanza". Uno sfogo poi cancellato, forse bloccato dai controller indipendenti di Facebook tramite i soliti algoritmi che cancellano le minacce, segnalando parole scomode e togliendo il post. Fabio continua: "Non dovevi toccare il mio angelo dolcissimo e non ci sarà alcun perdono per quel diavolo e per tutto ciò che ha fatto". Poi il padre di Carol lascia da parte la sete di vendetta e torna sul doppio gioco compiuto da Davide Fontana nel rispondere ai messaggi che riceveva sul telefono di Carol del quale era in possesso dopo averla uccisa: "Non potrà mai perdonare anche di avermi preso in giro, mandandomi per mesi messaggi al posto della mia bimba per farmi credere che tutto andava bene. Un giorno me la pagherai e il Signore mi perdonerà". Poi ancora minacce sempre dirette a Davide Fontana, chiamato con nome e cognome in una sola occasione: "Noi un giorno ci incontreremo: hai ucciso un angelo e io ti aspetterò. Non credo al tuo pentimento. Non ci credo dopo tre mesi ed è troppo comodo ora che sei in carcere. Hai reso orfano un bambino di sei anni. Mi hai fatto gli auguri per il compleanno e per la festa del papà usando il telefono di mia figlia. Non può esistere perdono".

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