"Il lavoro a 21 anni, un’esperienza per la vita"

Gabriele assunto dopo il diploma all’Istituto Sacra Famiglia: tutto il lockdown al Servizio accoglienza

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Chi conosce Gabriele lo considera "un ragazzo con la testa sulle spalle, sempre disponibile, allegro, riesce ad accoglierti con un sorriso grande". E ancora: "I suoi modi gentili, il garbo e la professionalità: Gabriele è unico". Insomma, quello che si dice un bravo ragazzo.

Gabriele Gaudiano ha 21 anni, è di Basiglio e ha iniziato l’esperienza professionale all’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone lo scorso anno, poco prima del lockdown. Con i suoi 21 anni, è il più giovane lavoratore della struttura.

Il suo percorso inizia a gennaio del 2020, il ragazzo è in cerca di un lavoro per mantenersi gli studi: frequenta Beni Culturali alla Statale di Milano. I genitori hanno un’azienda di famiglia nel settore nautico, ma niente pappa pronta per lui: mamma e papà gli hanno detto che deve essere responsabile, pensare a se stesso (pur non facendogli mancare mai il proprio supporto), ai propri studi e conseguire la laurea prima di poter entrare nell’azienda familiare. Così, Gabriele manda il curriculum in Sacra Famiglia: viene convocato per un colloquio e ci sa fare: convince i responsabili a dargli il lavoro. Assunto al Servizio Accoglienza, inizia l’esperienza poco prima del lockdown.

"Pensavo fosse un ambiente vivace, stimolante, gente che entra ed esce, ospiti, personale, visitatori – ricorda il 21enne –. Insomma, tanto movimento. Poi è arrivata l’emergenza Covid e il lockdown e la struttura si è trasformata. C’era il deserto, ma trascorrere mesi senza frenesia mi ha permesso di imparare con calma molte cose. Il lavoro mi entusiasma, anche se non è sempre facile".

Non lo è mai, perché in Sacra Famiglia le realtà delicate e le vite che passano e si intrecciano all’interno di quella cittadella segnano nel profondo. Si parla di disabilità, di ritardi cognitivi, di malattie gravi: ogni persona ha la propria storia e molte di queste storie sono di dolore.

"Bisogna essere vicini alle persone, spesso anziane e con difficoltà, che si rivolgono a noi – spiega Gabriele –. Alcune persone che passano dall’Istituto sono tese, nervose: le capisco, il periodo non è facile. Ora però le cose stanno cambiando: l’impatto dei vaccini è evidente. Mi piace questo lavoro, soprattutto nell’aspetto umano che segna nel profondo".

Il 21enne ha avuto a che fare anche con mansioni difficili: registrazione delle malattie e dei decessi. "Sono stati mesi bui – ammette –, complessi. Oggi posso dire che ho avuto una crescita personale che non avrei avuto altrove. L’esperienza maturata in Sacra Famiglia sarà preziosa per qualsiasi lavoro. Ma soprattutto per la vita".

Francesca Grillo

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