Il Giosuè di Benigni mette pace a scuola

Commovente incontro con l’attore Giorgio Canterini che interpretò il bambino del film “La vita è bella“

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di Barbara Calderola

Dopo la polemica sul film e l’interruzione della proiezione da parte di un gruppo di genitori corsi a ritirare i figli preoccupati dalle implicazioni emotive, l’incontro on-line con Giorgio Cantarini, il bambino di “La vta è bella“, ormai uomo fatto, mette fine alle polemiche all’Alda Faipò di Gessate. L’elementare era stata al centro delle frizioni fra la scuola e un gruppetto di famiglie in occasione del Giorno della Memoria.

"Abbiamo chiuso nel migliore dei modi una brutta pagina. Il paese è accanto alla scuola e ai ragazzi, don Matteo ci ha messo a disposizione il teatro dell’oratorio, il sindaco Lucia Mantegazza era presente: meglio di così non poteva andare". La preside Regina Ciccarelli ha organizzato la mattinata per rimediare "al fatto che per colpa di qualcuno ai ragazzi era stato impedito di celebrare la ricorrenza. E ci siamo riusciti nel migliore dei modi, con le parole dell’attore che all’epoca in cui interpretò Giosuè nel capolavoro di Roberto Benigni aveva 5 anni. È stata una testimonianza importante. Gli siamo grati".

Non è stato il solo momento della giornata “riparatrice”. Gli alunni hanno anche interpretato la scena del film in cui il soldato detta le regole del campo, "il cuore della pellicola con papà Benigni che trasforma la violenza in gioco: fotogrammi indimenticabili consigliati dal Ministero che noi mandiamo in onda ogni anno. Non era mai successo che qualcuno si opponesse. Le maestre in qualche caso sono state insultate pesantemente e persino costrette a barricarsi nella scuola".

"Non siamo scalmanati, o irrispettosi verso il Giorno della Memoria. Siamo solo persone attente. E convinte che, quando si affrontano contenuti così delicati, docenti e genitori possano e debbano parlarsi". Così aveva spiegato all’indomani dei fatti uno dei papà protagonisti della protesta. Tutto archiviato adesso? Non senza "un ringraziamento agli insegnanti che ogni giorno affrontano con dedizione il difficile compito di educatore – sottolinea Ciccarelli –. Hanno tutti ben chiaro il senso di questo lavoro, che è quello di riuscire a muoversi sempre con professionalità di fronte a situazioni difficili, di decidere sul campo senza assumere atteggiamenti rigidi".

In gioco c’è il senso stesso di questo mestiere. "A volte dimentichiamo che anche i docenti vivono un’epoca di profonda rifondazione. E se in questo momento non ci sono risparmiate fatiche e difficoltà, arriveranno anche le soddisfazioni. Oggi è stata una di quelle giornate in cui si è potuto cogliere il significato più profondo della nostra missione".