"Il fenomeno esploderà, poco personale qualificato"

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"Gli hacker stanno alzando l’asticella: purtroppo i problemi, anche se il fenomeno va avanti da anni, sono solo agli inizi". L’esperto di sicurezza informatica Stefano Zanero, docente del Politecnico di Milano, da tempo analizza le insidie legate alla digitalizzazione.

A finire sotto attacco è stata, questa volta, la Regione Lazio.

"È solo l’ultima delle vittime, ma forse quella che in Italia ha il profilo più alto. È inquietante il passaggio di livello verso le pubbliche amministrazioni. Questo deve essere un campanello d’allarme, anche per le ripercussioni concrete sulla vita dei cittadini. Ogni giorno, però, vengono prese di mira tantissime piccole imprese, con danni enormi. Purtroppo i crimini informatici sono redditizi e difficili da contenere".

Quali contromisure adottare?

"Visto che arrivare ai responsabili è difficilissimo, bisogna agire sulla prevenzione. Il problema è che il personale qualificato è scarso rispetto alle esigenze, in un settore che a livello globale conta 4 milioni di posti di lavoro scoperti. Al Politecnico abbiamo una magistrale per formare “cyber risk manager“: sono usciti i primi laureati ma è una goccia nel mare. Poi fa la differenza la capacità di reazione. Più è lenta, più danni si creano. Un altro problema è “interno“, perché l’80% degli hackeraggi è originato da azioni o disattenzioni dei dipendenti".

Quali rischi per il futuro?

"Hackeraggi spinti da motivazioni ideologiche o politiche potrebbero mettere in ginocchio un Paese, e quasi tutti i sistemi si sono dimostrati vulnerabili".

Dove si nascondono gli hacker?

"In Paesi dove c’è un sistema scolastico forte nelle materie scientifiche ma un economia debole. Prima la Romania, ora fuori dall’Europa".

Andrea Gianni

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