BRUNO
Cronaca

Il crollo della produzione industriale e la resistenza di Milano

Villois Il crollo del 7% della produzione industriale di dicembre 2025 fa seguito ad altri 22 mesi di diminuzioni...

Villois Il crollo del 7% della produzione industriale di dicembre 2025 fa seguito ad altri 22 mesi di diminuzioni...

Villois Il crollo del 7% della produzione industriale di dicembre 2025 fa seguito ad altri 22 mesi di diminuzioni...

VilloisIl crollo del 7% della produzione industriale di dicembre 2025 fa seguito ad altri 22 mesi di diminuzioni che sommati portano a superare il calo del 8%, una percentuale particolarmente significativa che non ha eguali, se non durante il periodo covid. Paradossalmente a fare la differenza in peggio è stato in nord italia, mentre il sud ha limitato al 6% il calo. A determinare lo scivolone hanno concorso una serie di componenti endogene, tra le quali spicca la deindustrializzazione in corso da anni, che è stata particolarmente rilevante per le grandi imprese, le quali, fino a inizio di questo secolo, costituivano il pilastro produttivo, mentre tra le esogene ha avuto rilevanza il brusco e duraturo calo delle produzioni tedesche, le quali, per le nostre filiere, rappresentano il primo sbocco dell’export. La sofferenza dell’industria ha, almeno per ora, prodotto un limitato calo del ricorso alla cassa integrazione, mentre il terziario ha consentito all’occupazione di salire ai suoi massimi, nonostante il rallentamento dei consumi. In questo scenario, Milano sempre più metropoli attrattiva, seppur con un interland e una provincia ancora a forte vocazione produttiva, ha risentito meno del calo delle produzioni industriali e ha fortificato il suo ruolo di regina nazionale dell’occupazione nel terziario. Il sistema commerciale del primo e secondo centro ha mantenuto, grazie anche al costante aumento dei prezzi nel settore fashion, i numeri precedenti, ma non i volumi. Ben meno incoraggiante è la situazione delle periferie e delle cittadine della “grande Milano”, nelle quali, soprattutto l’abbigliamento, ha risentito del significativo rallentamento della domanda, che se dovesse proseguire con la stessa intensità porterebbe a una desertificazione degli esercizi commerciali di vicinato, i quali hanno rappresentano e dovrebbero ancora rappresentare un fondamentale riferimento per i residenti.