
Si rivolge al Consiglio comunale e ai banchieri con un discorso forte, dai toni nudi e crudi, a tratti aspri, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini. Per certi versi il suo è un discorso schiettamente anticapitalista. L’occasione è inedita. Delpini, su invito della presidente dell’assemblea di Palazzo Marino Elena Buscemi, conclude una seduta straordinaria del Consiglio comunale, in cui, dopo gli interventi della Buscemi e del sindaco Giuseppe Sala, si susseguono le riflessioni dei principali banchieri italiani e milanesi: Augusto Dell’Erba (Federcasse), Gian Maria Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo e vicepresidente vicario Abi), Flavia Mazzarella (Bper Banca), Pier Carlo Padoan (Unicredit) e Massimo Tononi (Banco Bpm).
Il discorso dell’arcivescovo si intitola “Alleanze per il bene della città e per il suo futuro’’. Ma prima di leggerlo in aula, Delpini parla con i giornalisti in Sala Alessi e le sue prime parole invitano politici e banchieri a essere "sentinelle, perché la città avverte l’insidia del denaro sbagliato e degli investimenti fondati sulla speculazione", ma anche "custodi del patrimonio sociale e culturale di cui Milano è ricca, perché non venga dilapidato" e pure "artigiani della manutenzione della città". Il numero uno della Curia meneghina non si fa incantare dalla parola "sostenibilità" economica: "Essendo inflazionata, rischia di essere una parola insignificante. Certamente si sono fatti dei passi avanti e c’è una sensibilità più diffusa, tuttavia la sostenibilità deve essere applicata a una situazione complessiva in cui la diseguaglianza sembra che sia cresciuta invece che colmata. Sembra che la diseguaglianza tra chi ha troppo e chi ha troppo poco non abbia trovato concretamente un correttivo persuasivo. Forse qualche forma di solidarietà più generosa, sì. Ma la correzione del sistema a me non sembra riconoscibile. Mi chiedo se deve crollare tutto il sistema prima che ci correggano queste diseguaglianze scandalose oppure all’interno del sistema ci sia una possibilità di correzione e di incamminarsi verso quella che Papa Francesco chiama la vocazione dell’umanità alla fraternità universale".
Il discorso pronunciato in Consiglio comunale da Delpini ricalca queste parole e rende il ragionamento ancor più netto: "Le diseguaglianze create si rivelano insopportabili. Si annuncia forse il crollo di un sistema". Quale sistema? Poco più avanti, l’arcivescovo cita un passo del Premio Nobel per l’economia Joseph E. Stiglitz sul divaricarsi della forbice tra i ricchi che si arricchiscono e i poveri che si impoveriscono e concorda con l’economista americano che "il capitalismo sta creando un tipo umano che divorerà il capitalismo stesso: il capitalismo senza riforme potrebbe essere insostenibile. Le diseguaglianze economiche sono troppo grandi, l’empatia troppo scarsa. La polarizzazione che ne deriva rende impossibili i compromessi necessari per la salute della democrazia".
La frustata di Delpini, con le parole di Stiglitz, al Consiglio comunale e soprattutto ai banchieri è forte, anche se l’ultima parte del discorso, intitolata "i seminatori di futuro" è un appello a "coltivare la lungimiranza come dovere e il coraggio come virtù". Un appello a cambiare.
Gli interventi di Sala e dei banchieri, però, precedono quello di Delpini, dunque non sono una risposta alle parole dell’arcivescovo. Solo quello del primo cittadino sembra riprenderne alcuni concetti, forse condivisi prima con il responsabile della Curia ambrosiana, come il richiamo a una città "più coesa e inclusiva, dando particolare attenzione agli esclusi". Il sindaco è convinto che "oggi il Modello Milano serve più che mai, perché se la nostra città non sarà inclusiva perderemo tutti, come ci hanno saggiamente indicato la Diocesi e la Caritas nei mesi scorsi". E i banchieri? Dell’Erba sottolinea che "il credito dovrebbe essere guardato come fatto economico ma anche sociale". Gross-Pietro lancia l’allarme sull’ambiente ("quello che sta succedendo è gravissimo e rischia di diventare irrimediabile") e afferma che "nessuna riforma potrà andare a buon fine se non sarà socialmente accettata. Bisogna produrre benessere mentre si produce ricchezza". Mazzarella evidenzia che "Milano è la quarta città europea sul fronte del caro-casa" e segnala che "i working poors (i lavoratori che restano poveri, ndr) sono in aumento".
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