"Il bunga bunga? Era una discoteca"

Ruby ter, la testimonianza del maggiordomo di Arcore. L’ex fidanzato di Karima: parlerò in aula

Ruby e l’ex fidanzato Luca Risso Entrambi sono imputati nel processo milanese

Ruby e l’ex fidanzato Luca Risso Entrambi sono imputati nel processo milanese

Luca Risso, l’ex fidanzato di Karima El Mahroug e coimputato della ragazza nel processo Ruby ter in corso a Milano, è pronto a rendere dichiarazioni spontanee. L’uomo, che vive in Messico, è accusato di aver riciclato soldi che Silvio Berlusconi avrebbe dato a Ruby come prezzo della presunta corruzione in atti giudiziari. Il difensore dell’ex premier, l’avvocato Federico Cecconi, ieri ha spiegato che "se lo riterremo opportuno certamente vi sarà la massima disponibilità del presidente Berlusconi a rendere dichiarazioni". Intanto ieri ha parlato in aula Giuseppe Brumana, storico maggiordomo di villa San Martino ad Arcore, convocato come testimone da una delle difese nel processo a carico di 29 imputati, tra cui tante “ex olgettine“ accusate di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Avrebbero ricevuto soldi e altri benefit, secondo l’accusa, in cambio del silenzio sulle serate di Arcore. "Il bunga-bunga era una saletta, dove andavano dopo le cene, una specie di discoteca dove c’era della musica", ha spiegato. "C’era un bel via vai alle cene - ha proseguito Brumana, dal 2009 maggiordomo e prima, dal ‘97, cameriere ad Arcore - arrivavano e se ne andavano". Rispondendo alle domande del pm Luca Gaglio, dopo quelle del legale Daniele Melegari (difensore di Maria Rosaria Rossi e Simonetta Losi), il teste ha spiegato che "Ruby non è rimasta lì ad Arcore due settimane" nel 2010, perché le "ragazze se ne andavano" dopo le cene. Nell’udienza di ieri, la penultima dedicata ai testi delle difese, hanno testimoniato anche alcune persone convocate dall’avvocato Giuseppe Tortorelli, d fensore di Luca Risso, l’ex fidanzato di Ruby, Karima El Mahroug. In particolare, sono stati chiamati a deporre alcuni amici o conoscenti di Risso.

Uno, ad esempio, ha raccontato, davanti ai giudici della settima penale, che anche prima del cosiddetto “scandalo Ruby“ Risso "era una persona facoltosa e aveva un giro di interessi economici" in locali e discoteche della Liguria. "Sono rimasto sorpreso quando si è trasferito in Messico", ha aggiunto ancora. I pm sospettano che dall’ex premier siano arrivati a Risso e alla sua allora compagna Ruby soldi per aprire attività nel Paese dell’America centrale. Nella prossima udienza del 23 marzo, sempre nell’aula bunker alla periferia sud di Milano, gli ultimi testi delle difese, tra cui un paio che i legali del Cavaliere proveranno a convocare ancora, dopo che non si sono presentati in altre udienze. Infine, a maggio la parola passerà ai pm per la requisitoria.

Andrea Gianni

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