I morti al Pat, oltre cento parti offese

Altri 6 mesi di indagini per la Procura nell’inchiesta sugli anziani deceduti per il virus nella casa di riposo

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Sono più di cento le parti offese nell’indagine milanese con al centro il Pio Albergo Trivulzio, l’istituto milanese per la terza età al centro di un’ondata di contagi e morti la scorsa primavera. Lo si legge nella richiesta di proroga, per altri sei mesi, dell’indagine, firmata dal pm Mauro Clerici. Oltre al direttore generale Giuseppe Calicchio, risulta indagata anche la struttura per violazione della legge 231 sulla responsabilità degli enti. Le accuse sono omicidio colposo plurimo e violazione della normativa in materia di salute sul luogo di lavoro.

Intanto è atteso per questi giorni il deposito della relazione del pool di esperti e medici nominati dalla Procura per analizzare la mole di carte raccolte nel corso dell’indagine per verificare se le condotte tenute nei confronti degli ospiti, pazienti e degli operatori sono state adeguate e se sussistano i profili di epidemia colposa, omicidio colposo e violazione delle norme di sicurezza. Fanno parte della documentazione acquisita e sequestrata dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, le cartelle cliniche, i documenti sui tamponi e su ingressi e uscite e direttive ricevute dalla struttura e inviate dalla Regione Lombardia. A distanza di mesi, è dunque ancora lontana la conclusione di un’inchiesta che è parsa fin da subito enorme, dai mille rivoli e molto complessa nell’accertamento delle responsabilità. Il lavoro di analisi dei documenti non vede ancora una fine e i consulenti dei pm che hanno visionato l’imponente mole di carte sequestrate non hanno ancora la stesura delle note informative da consegnare ai pm coordinati dall’aggiunto Tiziana Siciliano.

Di molti pazienti morti per il virus nelle rsa, le autopsie non sono state eseguite su decisione del procuratore capo Francesco Greco perché a marzo e aprile non era possibile, dunque serviranno consulenze specifiche sulle varie cartelle cliniche per attribuire con certezza al virus il decesso di quei pazienti.

Nel corso dei mesi sono proseguite, intanto, le audizioni di testimoni tra cui operatori, infermieri e familiari degli anziani, ma anche funzionari regionali e dell’Ats. Gli investigatori della Guardia di Finanza stanno effettuando una ricostruzione analitica dei documenti sequestrati in perquisizioni ed acquisizioni per mettere in fila ed analizzare le delibere regionali, le comunicazioni con l’Ats e le disposizioni impartite da quest’ultima alle singole case di riposo. E per verificare, infine, come queste siano state recepite dalle Rsa.

Uno dei tanti fronti delle indagini è quello che riguarda il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione come risulterebbe nelle denunce di vari operatori e sindacalisti. Tra gli aspetti da ricostruire, poi, anche le disposizioni sul trasferimento di pazienti Covid dagli ospedali nelle Rsa, tra cui la famsa delibera regionale dell’8 marzo.

Nei giorni scorsi, intanto, nelle tre sedi del Pio Albergo Trivulzio, sono già state "effettuate complessivamente 1.354 vaccinazioni anti-covid, di cui 529 a beneficio degli ospiti e dei degenti delle strutture aziendali e 825 in favore del personale aziendale operativo. Come si legge nell’ultimo bollettino, infatti, fino al 10 gennaio il numero degli ospiti "già sottoposti a prima sessione vaccinale corrisponde al 92,4%". .

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