"I monoclonali li usiamo ma c’è grave carenza"

La Moratti in Commissione Sanità: è un problema in tutte le regioni italiane. La struttura di Figliuolo: ripartizione decisa dal Ministero, arriveranno rinforzi

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Negli ospedali lombardi non manca la volontà di prescrivere farmaci a base di anticorpi monoclonali ai malati di Covid, sempre che la loro somministrazione rientri nei criteri in base ai quali ha senso - e cioè entro sette o cinque giorni dalla diagnosi, di più se ci sono situazioni d’immunodeficienza, a pazienti con sintomi lievi o moderati e non in ossigenoterapia, che comunque siano ad alto rischio di un’evoluzione alla forma grave della malattia. C’è invece "una grave carenza di questi farmaci, tuttora diffusa in tutte le regioni italiane", ha chiarito la vicepresidente lombarda con delega al Welfare Letizia Moratti, ieri davanti alla Commissione Sanità del Pirellone.

Moratti rispondeva a un’interrogazione, datata 2 novembre 2021, del pentastellato Andrea Fiasconaro, e dopo aver dettagliato l’entità delle scorte negli hub lombardi ha ricordato che questi farmaci "non sono acquistati dalla Regione ma dalla struttura commissariale" all’emergenza coronavirus, con "contratti confidenziali, le Regioni non ne conoscono né il prezzo né la quantità". In seguito la struttura del commissario Figliuolo ha voluto rimarcare che la ripartizione tra le regioni di questi farmaci è decisa dal Ministero della Salute, che al momento c’è "una buona disponibilità e la prossima settimana ci saranno ulteriori integrazioni".

"La Direzione Welfare e i clinici - aveva invece spiegato Moratti - sono chiamati a gestire una situazione non di mancata prescrizione, ma di grave carenza di questi farmaci". Il tema, ha aggiunto, è stato affrontato dalla Commissione Salute delle Regioni, "è stata chiesta un’audizione del direttore generale dell’Aifa e ci è stato assicurato che la struttura commissariale avrebbe aumentato i rifornimenti", in particolare di Sotrovimab, "che pare il più efficace nei confronti di Omicron". Anche l’evoluzione della pandemia infatti influisce sulla disponibilità di questi farmaci innovativi: se Fiasconaro contesta alla Regione l’invio, "lo scorso ottobre, di 5.200" farmaci a base di monoclonali in Romania, "un regalo da 6,5 milioni di euro", uno degli effetti della variante ormai dominante nel mondo è stato far fuori alcuni di questi preparati perché non efficaci contro Omicron: la Fda americana ne ha sospesi due, solo uno dei quali ancora disponibile nel nostro Paese, ha spiegato Arturo Cavaliere, presidente della Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera), mentre sono arrivate "tra il 15 e il 18 gennaio" le prime consegne in Italia del monoclonale di Gsk, una delle nuove armi anti-Omicron insieme alla pillola antivirale Merck, di cui è da poco giunta la seconda fornitura in Italia.

Intanto, negli ospedali lombardi continuano a diminuire, sebbene molto lentamente, i ricoverati Covid: ieri erano 3.405 nei reparti (meno sei in ventiquattr’ore) e 259 in terapia intensiva (meno 5). Continua anche la frenata lunga dei contagi: ieri in Lombardia se ne sono scoperti 27.808, il 13,3% di 208.039 tamponi. Giulia Bonezzi